Ruggine

Mercoledi’ 07 settembre “Ruggine” e’ stato protagonista dell’uscita degli Amici del Cinema.

Abbiamo raccolto i commenti di chi ha visto il film quella sera.

Stefania
“Non avevo aspettative e il fim non mi è piaciuto. La sceneggiatura, la regia, il montaggio, la colonna sonora non mi hanno detto granché. Non ho letto il libro dal quale è tratto il racconto, pero non è chiaro come dei bambini vengano lasciati soli per tanto tempo dopo che vi sono stati due efferati delitti , il punto di vista cmq è solo dei bambini, sono omessi gli adulti e la polizia nello svolgimento della trama, il ruolo da adulti dei bambini non ha un nesso logico se non verso la fine del film e dunque durante il suo svolgimento i salti temporali, soprattutto Stefano Accorsi che gioca col figlio non danno valore aggiunto. La ruggine è una patina che coinvolge la società in cui vivono e da cui vengono travolti.”

Michela
“a me ha ricordato molto di quando ero bimba negli anni ’70 alle corse nei campi senza pensieri…l’accenno ai giorni nostri e l’ampio spazio al ricordo, costantemente presente come un macigno, per lasciare i bambini che perdono la loro ingenuità quali unici veri protagonisti…bambini che dentro di loro con il loro pesante fardello non li abbandoneranno mai…Spunti di regia molto interessanti e grande Filippo Timi sono ufficialmente sua fan!!”

Cristina
“Ogni ora che passa, ripensandoci, il film mi piace sempre di più. Durante la visione, i tagli di montaggio continui, non permettendo una visione rilassata del film mi hanno dato fastidio. Ma poi, ripensandoci, mi sono resa conto che non è consentito rilassarsi di fronte ai fatti raccontati. Ripensandoci poi, la regia mi è piaciuta ancora di più. La storia raccontata dal punto di vista dei bambini, che nel ricordo, diventa mito. Una favola quindi, col lupo, il castello, le cappuccetto rosso. Fotografata coi colori del ricordo, un ruggine caldo, in contrasto con la realtà, che è invece sui toni freddi e nitidi del blu/grigio. Ed è interessante il ritornare più volte, in momenti diversi, sulla stessa scena vista da angolazioni diverse. Lo spettatore è spiazzato, ma costretto a “svegliarsi” per rimettere assieme i pezzi. Infine, non ultima, una critica feroce ad una società perbenista e benpensante che pur pensando alle donne spesso solo in termini sessuali, si rifiuta di ammettere la possibilità della violenza. Oggi, come allora.”


Stefano
“Nel cinema a volte la troppa passione va a detrimento della godibilità di un film.
E’ il caso sicuramente di “Ruggine”, un’opera che regala dei momenti molto intensi, forti e disturbanti, ma al quale avrebbe fatto bene una cura “dimagrante”, una sottrazione di scene e toni.
Soprattutto nella fase iniziale la sceneggiatura indulge troppo in salti temporali, nei paralleli tra i bambini del passato e il destino degli stessi, ormai adulti, nel presente.
Il regista marchigiano ci mette del suo volendo spiegare troppe volte quello che magari con un taglio di sequenza qui’ e una elisione visiva la’ avrebbe acquistato maggiore forza (avrei preferito anche qualche dissolvenza in meno).
Premesso questo il giudizio sul film e’ positivo, le abilità registiche di Gaglianone sono notevoli e anche la sua capacità di delineare personaggi “umani” e’ indubbia.
Il marchio del passato sui protagonisti del film e’ indelebile e li ha resi ormai dei disadattati sociali.
Quando hai visto la faccia del Male (quello con la M maiuscola) ogni possibile illusione (o speranza) e’ infranta e tutte le ipocrisie della vita quotidiana non sono piu’ sopportabili.
Valeria Solarino (per me una bella scoperta) e Filippo Timi sono molto in parte e danno una ottima interpretazione, Valerio Mastandrea conferma la sua continua crescita di attore, mentre Stefano Accorsi purtroppo ha solo un piccolo spazio.
Su ognuno di loro rimarrà una ruggine che non andrà piu’ via.”

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