Come un western ambientato nella regione del formaggio Comté

Presentato in anteprima al Festival di Cannes, nella sezione Un Certain Regard, dove ha vinto il premio giovani e candidato a quattro Césa esce nelle sale italiane “Tutto in un’estate!” (in originale “Vingt Dieux”), un coming of age interpretato da attori non professionisti che segna l’esordio alla regia di un lungometraggio per Louise Courvoisier,

 

Totone, 18 anni, trascorre la maggior parte del suo tempo a bere birra e fare festa con il suo gruppo di amici nella regione del Giura. Ma la realtà bussa alla sua porta: deve prendersi cura di sua sorella di 7 anni e trovare un modo per guadagnarsi da vivere.
Decide così di mettersi a produrre il miglior formaggio Comté della regione, quello che gli permetterebbe di vincere la medaglia d’oro al concorso agricolo e 30.000 euro.

 

Nel cast Maïwene Barthelemy (migliore rivelazione femminile ai Cesar), Dimitri Baudry, Mathis Bernard e Clément Favreau.


 

Lasciamo spazio alle interessanti parole della regista francese che ci racconta la nascita di questa sua opera:
 
“Il mio desiderio di fare cinema è nato un po’ per caso. Sono cresciuta a Cressia, un piccolo villaggio del Giura.
Un giorno ho sentito il bisogno di andarmene, così ho deciso di seguire un corso di cinema al liceo, perché significava dover andare in collegio. Pian piano ho sviluppato un gusto per il cinema, ho sentito di avere delle storie da raccontare e, alla fine, questo mi ha portato a studiare cinema al CinéFabrique di Lione.
Per creare i personaggi e la storia di “Tutto in un’estate!”, mi sono ispirata alla comunità in cui vivo e che osservo fin da bambina.
 
Totone e i suoi amici sono come i “colleghi” del mio villaggio. Molti di loro hanno lasciato prematuramente la scuola per lavorare nelle fattorie con i loro genitori. E molti di loro si trovano in situazioni familiari difficili. Volevo raccontare questi giovani che sono raramente rappresentati nei film, che hanno avuto un inizio più difficoltoso rispetto a molti altri, e fare di loro un ritratto positivo e sfumato che venisse “dall’interno”.
Tutto questo nella terra del formaggio Comté!
 
Ho immaginato il mio film come un western, ma senza adottare tutti i codici del genere. Ecco perché ho scelto il formato Scope. Mi piaceva anche l’idea di filmare volti segnati dal tempo, che raccontano storie di una vita vissuta intensamente. La paura dell’ignoto, la conquista del territorio,
tutto questo si intreccia con una certa goffaggine tipica dei miei personaggi e del loro comportamento.
L’aspetto dei Pieds Nickelés è evidente nel modo in cui agiscono Totone e i suoi amici. Provano cose nuove e si sostengono a vicenda di fronte
alle avversità. Per quanto goffo sia, il loro gruppo li spinge ad andare avanti.

 

Tuffiamoci in Francia con le atmosfere del trailer ufficiale !

 


 

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