Una buffa celebrazione della vita

Matthieu Delaporte e Alexandre De La Patellière sono i registi di una della commedie francesi piu’ belle di sempre… ricorderete tutti “Cena tra amici” (“Le Prénom”) giusto ? Con anche una buona versione italiana.
 
I due registi francesi ritornano assieme dopo 7 anni per offrirci questo divertente “Il meglio deve ancora venire” con Fabrice Luchini, Patrick Bruel e Zineb Triki.

 

Arthur e César sono amici da quando entrambi frequentavano controvoglia lo stesso severissimo collegio. Ma non potrebbero essere più diversi: Arthur è un ricercatore medico puntiglioso e ossessionato dal rispetto delle regole; César è un guascone imprudente e trasgressivo che è appena stato sfrattato da casa sua in seguito alla propria bancarotta.
E se Arthur, divorziato con figlia, sta ancora aspettando pazientemente che l’ex moglie torni a casa, César colleziona avventure senza legarsi a nessuna. Per un equivoco, Arthur viene a conoscenza della gravissima condizione medica di César, e César si convince che sia Arthur a trovarsi in punto di morte.
Da quel momento i due faranno a gara per realizzare i desideri finali l’uno dell’altro, anche quelli più lontani dal proprio gusto personale: il che ha il vantaggio di sbloccare lo stallo esistenziale in cui si trovavano entrambi.


 

Sentiamo le parole dei due registi francesi su questo film:
 
“Come si può far ridere con il lutto? Come ci si accosta al senso di perdita e lo si tratta in forma di finzione rifiutando di utilizzare le armi del dramma ?
 
Autori di commedie, abbiamo sempre cercato di irrorare i nostri progetti con le nostre esperienze personali, consapevoli che spesso è più giusto prendersi gioco di se stessi, delle proprie traversie e del proprio ambiente, per riuscire a commuovere.
Siamo invecchiati come i nostri personaggi. E, come chiunque passi dall’altro versante della montagna della quarantina contemplando l’altro lato con un misto di angoscia e di perplessità, le nostre vite sono state attraversate da lutti. Abbiamo perso amici e famigliari e questo sentimento di perdita è diventato centrale nelle nostre esistenze.
Avvicinandoci ai cinquant’anni, questa materia nuova, grezza, intensa, complessa, è giunta a sconvolgere il nostro immaginario: d’ora innanzi non avremmo più potuto parlare della nostra generazione e dell’ironia delle nostre vite senza essere costantemente riassaliti dal quesito della morte che si avvicina.
 
Invece di fuggirla e di eluderla – essendo la scrittura a quattro mani di per sé una pratica psicoanalitica piuttosto divertente – abbiamo deciso di affrontare di petto il tema, consapevoli che al di là della nostra sensibilità nulla è mai più divertente di quello che ci fa realmente paura e che il dramma è l’unica materia valida della commedia.
Abbiamo impiegato del tempo, intrapreso un lungo processo di sviluppo per trovare l’asse, la porta di accesso alla nostra storia che ci permettesse di rivoltare il guanto, per tentare di parlare del senso di perdita imminente senza pathos, per tentare di descrivere i percorsi interiori di tutti noi – siano essi nella grandezza o nella piccola mediocrità – nel modo più acuto possibile.
La sfida era complessa poiché come si fa ad evitare la tautologia quando il tema è di per sé così forte? Come ci si posiziona nel cuore del soggetto senza dare l’impressione di parlarne? Dunque abbiamo trascorso dei mesi a cercare di farci ridere, nell’intimità della nostra stanza di lavoro, parlando soltanto di temi urticanti, di tumori, di funerali, di ospedali e di angosce esistenziali. I due personaggi principali, Arthur e César, si sono piano piano delineati.
 
C’era anche il desiderio antico di riunire e filmare due magnifici attori che ci sono cari, Fabrice Luchini e Patrick Bruel.
Al di là del piacere di elaborare una partitura per questi due grandi solisti, c’era l’ambizione di mettere insieme due energie contrarie che creassero d’acchito un concerto a due voci di ampiezza estrema: dalla musica classica a quella barocca, passando per il punk, poiché al di là del loro statuto, questi due non hanno altri limiti se non la loro libertà.
 
Il meglio deve ancora venire è un film sull’amicizia e la morte, ma è soprattutto, ci auguriamo, una buffa celebrazione della vita, con tutto quello che ha di crudelmente ironico e di terribilmente bello.”

 

Finiamo con il divertente trailer ufficiale !!

 


 

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