Una parabola sul mistero che ci portiamo dentro

Probabilmente “Little Joe” non avrà un grande successo da noi, perche’ affronta temi inconsueti in modo complesso.
 
Ma se volete osare un pochino e vedere qualcosa di diverso da soliti film allora il film della regista Jessica Hausner “Amour fou” e il bellissimo “Lourdes”) vi saprà ricompensare della fatica.
 
E in piu’ a Cannes 2019 questo film ha fatto vincere a Emily Beecham il premio per la miglior attrice !

 

Alice lavora in un laboratorio botanico dove si progettano nuove specie di vita vegetale. Con alcuni colleghi ha creato un nuovo fiore bellissimo alla vista e dalle notevoli qualità terapeutiche: se conservata infatti in un’atmosfera confortevole e trattato con affetto, è in grado di migliorare la vita di chi lo possiede.
Preoccupata per il suo rapporto con il figlio adolescente Joe, Alice porta a casa uno dei fiori e gli dà il nome di Little Joe. Poco alla volta l’umore del ragazzino muta in maniera inquietante, e così quello dei colleghi di Alice, che si convince sempre più che Little Joe sia in grado di manipolare la mente umana.

 

Nel cast Ben Whishaw, Emily Beecham, Lindsay Duncan e Kerry Fox.


 

Sentiamo cosa ha raccontato la regista austriaca su questo suo film:
 
“L’idea alla base della storia è che ogni individuo nasconda un segreto che non può essere completamente compreso dagli altri e nemmeno da lui stesso.
Qualcosa di misterioso può apparire dentro di noi in maniera inaspettata e far sembrare strano ciò che prima ci era familiare.
Una persona che conosciamo bene ci appare improvvisamente estranea, la prossimità si trasforma in distanza, il desiderio di comprensione reciproca, di empatia e di simbiosi rimane insoddisfatto.
In questo senso, Little Joe è una parabola su questo mistero che ci portiamo dentro. Nel film, questa condizione viene rappresentata per mezzo di una pianta che è apparentemente in grado di cambiare le persone. Il risultato di questa trasformazione è che, mentre emerge qualcosa di insolito e di nuovo, si perde qualcosa che davamo per certo, come il legame tra due persone.
 
Quando con Geraldine Bajard abbiamo lavorato alla sceneggiatura, il nostro impegno era quello di creare all’interno delle scene un’atmosfera che consentisse al pubblico di mettere in discussione l’integrità dei personaggi coinvolti.
Volevamo offrire diverse possibilità per interpretare ciò che stava accadendo: i cosiddetti cambiamenti nei personaggi possono essere spiegati sia dalla loro condizione psicologica che dal polline che hanno inalato.
Oppure, in alternativa, quei “cambiamenti” non esistono affatto e sono solo immaginati da Bella o da Alice.
Geraldine e io abbiamo capito che la sfida più grande, nella scrittura, era quella di creare quei momenti di ambiguità che permettono a ogni spettatore di trovare una propria risposta.”

 

Non vedete l’ora di vedere il trailer giusto ? Eccolo !!

 


 

Questa voce e' stata pubblicata in Di tutto un po' e contrassegnata con .

Lascia un Commento