In sala con Amicinema (uscite del 06/03/2020)

Continua la nuova stagione cinematografica con tanti altri interessanti film che arrivano finalmente nelle sale italiane anche se per ora non nel nord Italia.
 
Noi Amicinema siamo pronti a presentarvi i film in uscita questa settimana (ieri come al solito) !!
 
Cliccando sui link per ogni film troverete la nostra recensione e il trailer !!


 

E’ passato al cinema solo il 2, 3 e 4 Marzo 2020, come uscita evento, “They Shall Not Grow Old – Per sempre giovani“, il documentario prodotto e diretto da Peter Jackson realizzato in occasione del centenario della Grande Guerra.
Il film ricorre esclusivamente a filmati di repertorio originali tratti dall’archivio cinematografico dell’Imperial War Museum, in parte inediti. Si tratta di immagini restaurate e colorizzate unite a registrazioni sonore provenienti dagli archivi della BBC.
Le voci dei veterani sono state combinate con i materiali d’archivio per riportare in vita la realtà della guerra in prima linea e farla conoscere alle nuove generazioni.
Le riprese sono state sottoposte a colorizzazione, convertite in 3D e lavorate in post produzione per mostrare dettagli mai visti prima.

 

Questa settimana al cinema (e dai speriamo dal 9 marzo di vederlo anche a Milano) arriva “Marie Curie“, il film che racconta la donna dietro l’icona della scienza.
L’unica a donna a vincere due premi Nobel, come nessuno l’ha mai raccontata
Scritto e diretto da Marie Noëlle, “Marie Curie” è interpretato da Karolina Gruszka, e racconta i cinque anni più turbolenti della vita di questa donna geniale, quelli compresi tra il 1905, anno in cui Marie e Pierre Curie si recano a Stoccolma per ricevere il Premio Nobel per la scoperta della radioattività, e il 1911, quando le venne assegnato il suo secondo Nobel.
Nel mezzo, la morte di Pierre, il nuovo amore con il matematico Paul Langevin, lo scandalo.

 

Vincitore degli European Film Awards come Miglior Film d’Animazione 2019 arriva nelle sale italiane “Buñuel – Nel labirinto delle tartarughe” diretto da Salvador Simó.
1930. Dopo lo scandalo suscitato nella società fascista e clericale dell’epoca, con il suo primo lungometraggio “L’âge d’or”, il cineasta Luis Buñuel prende le distanze da Salvador Dalì, con il quale aveva collaborato nei suoi primi lavori e con il quale si era imposto come voce autorevole della cultura surrealista. Grazie ad un colpo di fortuna e alla generosità del suo amico Ramón Acín, Luis inizia la lavorazione del documentario “Las Hurdes”.
In una suggestiva combinazione di animazione ed estratti di immagini e musiche dall’opera filmica originaria, “Buñuel – Nel Labirinto delle Tartarughe” racconta uno spaccato toccante della vita del grande regista, alla ricerca di una sua libera espressione artistica: i nodi irrisolti del suo passato, la frustrazione rispetto alla fama di Dalì, il difficile rapporto con una figura paterna austera e distante, la sua formazione religiosa e la successiva dissacrazione dei modelli borghesi e clericali, il talento innato nel raccontare storie.
Un bellissimo film d’animazione da non perdere assolutamente !!

 

Agnès Varda e’ mancata a marzo 2019 e il mondo del cinema sente molto al sua mancanza.
Per colmare questa mancanza esce ora “Varda Par Agnès” che, presentato al Festival di Berlino 2019 poche settimane prima della morte della regista, e’ una sorta di progetto di cine-scrittura, autoritratto di un’intera vita vissuta nel mondo del cinema
Agnès Varda si siede su un palco. In questo film offre un ritratto della sua attività utilizzando sequenze delle sue opere cinematografiche, foto e riprese delle installazioni senza rispettare necessariamente e sempre un ordine cronologico.
Nella seconda parte focalizza l’attenzione sugli anni dal 2000 al 2018 mostrando il suo rapporto con le nuove tecnologie.

 

In concorso a Berlino dove Elio Germano ha vinto il premio come migliore attore (e fa il paio con quello vinto a Cannes anni fa) esce in molte sale “Volevo nascondermi” il film di Giorgio Diritti (“Il vento fa il suo giro”, “L’uomo che verrà”) sulla vita di Antonio Ligabue.
Toni, figlio di una emigrante italiana, respinto in Italia dalla Svizzera dove ha trascorso un’infanzia e un’adolescenza difficili, vive per anni in una capanna sul fiume senza mai cedere alla solitudine, al freddo e alla fame.
L’incontro con lo Scultore Renato Marino Mazzacurati è l’occasione per riavvicinarsi alla pittura, è l’inizio di un riscatto in cui sente che l’arte è l’unico tramite per costruire la sua identità, la vera possibilità di farsi riconoscere e amare dal mondo. Toni, un uomo rachitico, brutto, sovente deriso diventa il pittore immaginifico che dipinge tigri, gorilla e giaguari stando sulla sponda del Po.
Quella di Ligabue è una “favola” in cui emerge la ricchezza della diversità. Ogni persona ha una preziosa specificità, che al di là delle apparenze può rivelarsi un dono per l’intera collettività.

 


 

Simone Manetti dirige questo necessario documentario intitolato “Sono innamorato di Pippa Bacca” sull’artista italiana e sulla sua tragica fine.
8 marzo 2008: prende il via da Milano, con destinazione Gerusalemme, “Brides in tour”, la performance dell’artista Giuseppina Pasqualina di Mineo, nome d’arte Pippa Bacca, e dell’amica Silvia Moro. Il viaggio prevede l’attraversamento in autostop di undici Paesi, con soste a casa di persone contattate in precedenza.
Ad ogni tappa incontrano le ostetriche locali, perché Pippa possa lavare loro i piedi; rituale evangelico, imparato da piccola sul cammino di Compostela, che vuole esprimere riconoscenza per chi favorisce la vita in contesti postbellici.
Ma l’aspetto più sostanziale e spettacolare dell’azione consiste nel vestire per tutto il tempo del viaggio abiti da sposa concepiti e disegnati ad hoc.

 

Picciridda – Con i piedi nella sabbia” e’ il film di Paolo Licata, tratto dal romanzo di Catena Fiorello, con Marta Castiglia, Tania Bambaci, Katia Greco e Lucia Sardo.
Favignana, fine anni Sessanta. Lucia ha dieci anni e ha appena visto la sua famiglia partire: mamma, papà e il fratellino si sono trasferiti in Francia in cerca di quel lavoro che nell’isola manca. Lucia è stata affidata a nonna Maria, una di quelle donne del sud definite “reggitore”: severe, autoritarie e poco portate per le smancerie.
Per motivi apparentemente inspiegabili, e certamente mai spiegati dalla diretta interessata, Maria è in rotta con la sorella Pina, il cui marito Saro ha soprannominato la cognata “la Generala”.
E la figlia di Saro e Pina, Rosa Maria, è innamorata di un uomo sposato. L’unica fonte di leggerezza per Lucia è una compagna di scuola con la quale la bambina ritrova occasionalmente le gioie dell’infanzia.

 

Insolente, spontanea, divertente. Pamela, una giovane Rom, è diversa dalle altre ragazze della sua comunità. Una madre single, vive con sua nonna e la sua bambina in una piccola capanna dove tre di loro condividono un letto. Come può conciliare le esigenze della figlia di due anni e il suo sogno di liberta’ ?
Pamela intraprende un viaggio verso l’ignoto, staccandosi dalle tradizioni che la soffocano. “Lapin, pizza, amour”. Tutto ciò che ha sono tre parole in francese e la speranza che il matrimonio cambierà il destino di lei e sua figlia.
Questa e’ la trama di “Sola al mio matrimonio” il film di Marta Bergman (al suo esordio) con Alina Serban, Tom Vermeir, Rebeca Anghel.

 

Melina Matsoukas (produttrice esecutiva e regista di “Insecure” della HBO) dirige il suo primo film con “Queen & Slim“.
Al loro primo indimenticabile appuntamento in Ohio, un uomo di colore (Daniel Kaluuya di “Scappa – Get Out”) e una donna di colore (Jodie Turner-Smith, al suo primo ruolo da protagonista), vengono fermati dalla polizia per una infrazione stradale minore.
La situazione precipita, con risultati imprevisti e tragici, quando l’uomo uccide il poliziotto per legittima difesa.
Terrorizzati e preoccupati per le loro vite, l’uomo che lavora in un negozio e la donna, un avvocato penale, sono costretti a fuggire. Ma l’accaduto viene filmato, il video diventa virale e la coppia diventa inconsapevolmente un simbolo di trauma, terrore, dolore e sofferenza per tante persone in tutto il paese.
Nel lungo viaggio in auto questi due improbabili fuggitivi scopriranno se stessi e si conosceranno più a fondo in circostanze straordinariamente terribili e disperate, cosa che contribuirà a forgiare un amore profondo e fortissimo che farà emergere la loro comune umanità e plasmerà le loro vite.

 

Simone Amendola dirige “Nessun nome nei titoli di coda“, un documentario su Antonio Spoletini, storico collaboratore di Federico Fellini. Un ritratto incredibile di un uomo che vive per il cinema e con esso ha un rapporto unico. Ultimo di cinque fratelli che hanno cercato le facce giuste per il cinema italiano e internazionale passato da Roma.
Il documentario lo incontra a 82 anni, ancora sui set cinematografici, s’immerge con lui e lo racconta in quel momento della vita in cui si vuole lasciare “un nome nei titoli di coda”.

 

Dal produttore Sam Raimi, “The grudge” il reboot di un classico dell’horror, il “Ju-On: The Grudge” di Takashi Shimizu.
Al centro della vicenda, questa volta una madre single e detective della polizia che si trova ad indagare, coinvolta da un agente immobiliare sulle presenze di una casa che sembra abitata da un fantasma in cerca di vendetta.
Ma le indagini si ampliano trovando connessioni con diversi fatti di sangue e il mostro sembra poter svincolarsi dai limiti dell’abitazione dove era confinato…
Diretto da Nicolas Pesce con Andrea Riseborough, Demián Bichir, John Cho.

 


 

Questa voce e' stata pubblicata in Di tutto un po' e contrassegnata con .

Lascia un Commento