Una grazia intelligente che ci fa sorridere e riflettere

Ci viene un po’ di malinconia a vedere l’ultima interpretazione di Ennio Fantastichini al cinema.
 
Gianni Di Gregorio, autore del bellissimo “Pranzo di ferragosto”, lo dirige in questa commedia dolceamara intitolata “Lontano Lontano“, nato da una conversazione con Matteo Garrone intorno alle condizioni dei pensionati poveri in Italia.

 

Attilio, Giorgetto e il Professore, tre romani sulla settantina, variamente disastrati, un giorno decidono di mollare la vecchia vita di quartiere e andare a vivere all’estero. All’estero dove? È solo la prima di una lunga serie di questioni da risolvere, ma il Professore, in pensione dopo una vita a insegnare il latino, si annoia moltissimo, Giorgetto, ultima scheggia del popolo di Roma, non riesce ad arrivare a fine mese, e Attilio, robivecchi e fricchettone, vorrebbe rivivere le emozioni dei tanti viaggi fatti in gioventù. Sono tutti decisi a cambiare vita e ci riusciranno, anche se forse non nel modo che si aspettavano.

 

Nel cast anche Giorgio Colangeli, lo stesso Gianni Di Gregorio e Daphne Scoccia.


 

Spazio alle parole di Ugo Besson che ci racconta le sue impressioni su questa pellicola:
 
“Il vostro inviato è andato all’anteprima stampa del film “Lontano lontano”, soggetto e regia di Gianni Di Gregorio, con Ennio Fantastichini, Giorgio Colangeli e Gianni Di Gregorio, che uscirà nelle sale il 20 febbraio.
 
Si può cambiare vita anche da anziani? È quello che vogliono fare Attilio, Giorgetto e il Professore, tre amici ormai sulla settantina, andando a vivere all’estero, lontano, per superare situazioni economiche difficili o per la noia di una vita monotona. D’altronde da alcuni anni si è diffuso il fenomeno dell’emigrazione di pensionati in paesi lontani, dove si trovano condizioni fiscali favorevoli e prezzi più bassi. La vicenda si svolge a Roma, e il luogo è importante, perché il regista affonda fortemente i personaggi e gli eventi nell’ambiente romano, affettuosamente caratterizzato, fin dall’inizio.
Nella prima scena ai tavolini all’aperto del bar S. Calisto di Trastevere, il professore legge accuratamente il giornale offerto dal bar e Giorgetto impaziente l’apostrofa: “A professò ma che te lo voi imparà a memoria?”. D’altronde il regista ha sempre vissuto a Roma, si vede che accarezza i luoghi come in una sua personale geografia emozionale, ed esprime una romanità colta ed elegante, che mette in scena una umanità popolare semplice, con i tic, le abitudini, i pregi e difetti e gli atteggiamenti tipici, che connotano i personaggi.
 
I tre attori principali mostrano una grande sintonia fra loro, e la recitazione risulta molto naturale ed efficace, in particolare quella di Ennio Fantastichini, purtroppo deceduto poco dopo il termine delle riprese. Al terzetto di amici si aggiungono pochi altri personaggi, un immigrato del Mali, che fa lavoretti per tutti e utilizza il bagno di Giorgetto, e la giovane figlia di Attilio, che delinea in poche scene una simpatica dinamica relazionale fra padre e figlia, un padre abbastanza particolare.
Nel complesso, è una commedia piacevole, ricca di momenti divertenti, che si muove fra vari luoghi della città, seguendo i nostri protagonisti mentre cercano di organizzare la loro partenza, incontrando però molti problemi, fra cui quello di scegliere il paese dove trasferirsi, un paese dove non devono esserci “uragani, inondazioni e meduse”.
A questo proposito assistiamo ad un suggestivo cammeo di Herlitzka, in una scena interpretata in uno stile che il regista definisce “quasi metafisico”.
 
Il film è condotto dal regista con ironia affettuosa, le scene sono girate con un tocco leggero, una grazia intelligente che ci fa sorridere e riflettere.”

 

Se siete curiosi ecco il trailer italiano.

 


 

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