L’avvocato che è diventato il peggior incubo della DuPont

Todd Haynes e’ uno dei nostri registi preferiti (qua vi abbiamo raccontato tutta la sua carriera) e se preferisce affrontare temi pieni di inquietudine e poco adatti al grande pubblico, ultimamente si e’ dedicato ad avventure per ragazzi (La stanza delle meraviglie“) e adesso con questo “Cattive acque” (“Dark Waters”) un vibrante film di denuncia sociale.

 

E’ la storia vera dell’impegno civile di Rob Bilott, avvocato di Cincinnati che da paladino dell’industria della chimica si scopre loro accusatore in una crociata ventennale.
Alla fine degli anni novanta Rob è appena diventato socio nel suo studio legale, e si gode una tranquilla vita familiare con la moglie Sarah e un figlio appena nato.
Ma una visita in ufficio da parte di Wilbur Tennant, un contadino della Virginia conoscente di sua nonna, gli cambia la vita per sempre: gli animali della fattoria si comportano in modo strano, e Tennant è convinto sia colpa dell’acqua del lago a cui si abbeverano. La stessa in cui il colosso della chimica Dupont sta scaricando rifiuti tossici da decenni.

 

Grande cast con Mark Ruffalo, Anne Hathaway, William Jackson Harper, Bill Pullman e Tim Robbins.


 

Ecco la recensione di Anna Baisi che ha visto per Amicinema in anteprima questa pellicola:
 
“Todd Haynes, uno dei registi di culto, forse il più talentuoso e stimolante del cinema indipendente americano non parrebbe una scelta ovvia per un film di denuncia poiché le sue opere più memorabili, Lontano dal Paradiso o Carol, sono melodrammi sulla vita ai margini della società americana con costumi lussureggianti ed una cifra stilistica ed estetica splendente al punto che spesso il suo nome è stato accostato a quello del grande regista del passato Douglas Sirk.
In realtà il film “Cattive acque” – titolo internazionale Dark Waters – fortemente voluto da Mark Ruffalo (già visto in un altro film di denuncia Il caso Spotlight e nella vita privata l’attivista più attivo di Hollywood) che oltre ad essere il protagonista ne è anche il produttore esecutivo – ha trovato invece un grandissimo interesse da parte del regista poiché lui stesso si è proclamato un fan dei film che informano e denunciano gli abusi e i rischi psicologici se non addirittura mortali a cui va incontro chi vuole portare a galla la verità di chi impunemente e criminalmente distrugge l’ambiente.
Peraltro Haynes aveva già affrontato nel 1995 i problemi dei cambiamenti climatici nel film Safe, uno scomodo dramma psicologico con protagonista Julianne Moore che improvvisamente si trova a dover condurre la propria vita in un luogo asettico perché il suo sistema immunitario si era indebolito e non riusciva a tollerare dai gas di scarico fino all’aria stessa e quindi doveva evitare di entrare in contatto con qualsiasi elemento chimico.
Ad ispirare il film è stato un articolo apparso nel 2016 sul New York Times Magazine titolato “L’avvocato che è diventato il peggior incubo della DuPont” e sulla storia vera di quel legale ruota la vicenda narrata.
 
Il tono opaco del film, il grigiore delle luci e la sobrietà delle immagini corrispondono alla personalità del suo protagonista il mite ma tenace avvocato Rob Bilott, come già scritto impersonato da Mark Ruffalo, che lavora a Cincinnati presso la Taft Stettinius & Hollister, LLP: uno studio legale che difende le aziende chimiche.
A scatenare quella che sarebbe diventata una battaglia legale senza fine fu la comparsa di Wilbur Tennant (l’ottimo Bill Camp) un agricoltore che conosceva la nonna di Bilott che viveva a Parkersburg, nella Virginia dell’Ovest dove era cresciuto lo stesso avvocato.
Il bestiame che si abbeverava nel lago circostante la fattoria di Tennant dove avveniva lo sversamento delle sostanze acide della DuPont era stato completamente decimato.
Tutto per produrre la “miracolosa” pentola antiaderente ricoperta di un materiale plastico, il Teflon, prodotto fino al 2013 con acido perfluoroottanoico o PFOA o C-8 altamente tossico e collegabile a diverse gravi malattie (principalmente tumori per i lavoratori e menomazioni alla nascita per i figli delle donne lavoratrici che erano in gravidanza).
A rendere ancor più criminale l’operazione fu la scoperta che il colosso industriale era a conoscenza dei pericoli del PFOA già dal 1961 e sapeva che nel 1984 la sostanza chimica era presente nell’approvvigionamento idrico locale.
 
Sono molti nello studio legale che vogliono che Bilott lasci cadere il caso, ma il socio supervisore di Bilott, Tom Terp (interpretato da Tim Robbins che apporta al suo personaggio il suo forte senso morale ed impegno politico e sociale) appoggia la causa perché non protegge la sua corporazione come solitamente avviene ma vuole che la legge trionfi.
Paradossalmente gli stessi residenti di Parkersburg guardavano a Bilott con malanimo perché molti di loro lavoravano per la DuPont e temevano che l’impianto chimico volesse chiudere se attaccato e causare loro la perdita del lavoro: un vero trionfo del capitalismo.
Dal 1990 al 2000 fu la classica lotta fra Davide e Golia, ma forse la fionda non bastava a far cadere un Golia così potente, poi nel 2001 i primi risultati, nel 2005 la prima class action con notevoli risarcimenti ed ingenti esborsi, poi cause anche individuali fino al 2017 ma nonostante le altissime cifre pagate la DuPont ha sempre negato qualsiasi illecito.
 
“Abbiamo assistito al sistematico disfacimento dei mandati sull’acqua, sull’aria, sulle specie in via di estinzione e, chiaramente, sul cambiamento climatico, così oggi tutto è a rischio. C’è un’urgenza di fare uscire questo film sul mercato, così che le persone possano parlarne, ascoltare la storia e vederla attraverso le esperienze degli individui stessi che l’hanno fatta accadere.”
Grande Todd sia come artista che per la tua profonda etica che oggi (ma anche ieri) è merce rara.”

 

E vi aspettiamo mercoledi’ 26 febbraio per l’ultima uscita del mese di Amicinema per vedere questo film !!

 

Gran finale con il trailer ufficiale !!

 


 

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