Un sapore amaro e disilluso

Se vi ricordate qualche anno fa (era il lontano 2012) una delle uscite di Amicinema era stata dedicata ad una commedia francese ambientata vicino a Cap Ferret nella quale recitavano quasi tutti gli attori francesi più famosi del momento (François Cluzet, Marion Cotillard, Jean Dujardin, Guillaume Canet).
 
Il film era “Piccole bugie tra amici” e in Italia ebbe un grande successo.
 
Ora con lo stesso cast e lo stesso regista (Guillaume Canet) arriva il seguito intitolato (con poca fantasia) “Grandi bugie tra amici” (titolo originale “Nous finirons ensemble”)

 

Preoccupato, Max si è rifugiato nella sua casa al mare per ritrovare la tranquillità.
I suoi migliori amici, che non vede da tre anni, bussano a sorpresa alla sua porta il giorno del suo compleanno.
La sorpresa è ben riuscita, meno l’accoglienza che Max riserva al gruppo… Ben presto Max precipiterà in un gioco di finzione e di falsa felicità che metterà la banda di fronte a delle situazioni a dir poco inattese.
I bambini sono diventati grandi, altri sono venuti al mondo e i genitori non hanno più le stesse priorità… le delusioni, gli incidenti della vita… quando tutti decidono di gettare la maschera, cosa resta allora dell’amicizia?

 

Nel cast tutti gli attori del primo film, François Cluzet, Marion Cotillard, Gilles Lellouche, Laurent Lafitte, Benoît Magimel e molti altri !!


 

Sentiamo a questo punto la recensione della nostra inviata Anna Baisi che ha visto in anteprima questa pellicola:
 
“Nel 2010 “Piccole bugie fra amici” diretto dall’attore Guillaume Canet il cui titolo originale “Les petits mouchoirs”, come spesso accade, era più incisivo e denso di significato ebbe un successo strepitoso in Francia e parlava di un gruppo di amici che erano in vacanza a Cap Ferret, vicino a Bordeaux mentre il loro amico Ludo era in coma dopo essere stato vittima di un incidente in moto a Parigi: occupati principalmente di se stessi e dei loro desideri (erotici) nascosti e immemori del morituro amico svelano il cinismo e l’ipocrisia di un gruppo che alla fine del film si scopre rancoroso, ipocrita e distante.
 
Otto anni dopo Canet realizza, come regista e cosceneggiatore un nuovo film sullo stesso gruppo di amici e con gli stessi ottimi attori “Grandi bugie fra amici” con un titolo originale più felice e diretto “Nous finirons ensemble”.
Il grande uomo di successo di un tempo Max (il meraviglioso François Cluzet) è vittima della crisi finanziaria ed è costretto a vendere la sua bella villa per le vacanze a Cap Ferret ricca di ricordi felici e tragici al contempo.
Orgoglioso nulla dice alla nuova compagna, alla sua ex moglie né ai suoi vecchi amici che sono in arrivo, a sorpresa, per festeggiare il suo sessantesimo compleanno che si tradurrà ancora in nuovi intrighi e litigi.
Max li allontana perché vuole nascondere il segreto delle terribili difficoltà finanziarie che lo stanno costringendo a vendere la casa sulla spiaggia ma grazie all’aiuto finanziario di Éric (Gilles Lellouche) la compagnia alloggerà in una stupenda casa e resterà unita.
Vecchi amori e vecchie incomprensioni però divampano, nuovi desideri pure.
Vincent (un adorabile Benoît Magimel), il chiropratico gay che abbandona il suo nuovo compagno per una notte con l’ex moglie Isabelle (Pascale Arbillot) che scoperta un app di appuntamenti è diventata forse una ninfomane: uno sviluppo vagamente motivato che sminuisce il suo ruolo di unico omosessuale del cast.
 
La più colorata, ribelle e arrabbiata è Marie, interpretata dalla moglie di Canet la brava Marion Cotillard, personaggio disperatamente necessario: senza questa donna che occasionalmente combatte contro l’inquinamento e non riesce ad amare il figlio e si annulla nell’alcol questa allegra banda litigherebbe piacevolmente del nulla, cullandosi con cibo raffinato e bevendo vino d’annata, fissandosi l’un l’altro e ridendo di barzellette che in realtà non sono così divertenti.
Éric, ora padre single, non si preoccupa affatto della prole e la lascia ad una babysitter severa che è oggetto di sciocche battute durante il film.
La genitorialità, l’amore, la vergogna e l’importanza dell’amicizia (?) si snoda un po’ arrancando nella prima parte, nella seconda metà migliora ma non scava molto in profondità: problema che era comunque anche del primo film.
Un ritratto di borghesia volgare, vuota, senza limiti ed anche misogina: un film di uomini mai cresciuti, viziati bisognosi di sensazioni nuove.
 
Lascia un sapore amaro il film di questi amici visti con sguardo sempre più cinico e disilluso.
Canet tenta di affrontare le grandi emozioni con colpi di scena drammatici negli ultimi quarantacinque minuti ma si parla senza un fine: proprio come quegli amici dice troppo poco e soprattutto nulla di essenziale: peccato per il cast stellare che brilla ma meritava una migliore sceneggiatura.
“Siamo amici da vent’anni ma non siamo obbligati a esserlo per sempre”, ça va sans dire, ma il cinismo sotteso nella frase si stempera nella “speranza” del malinconico finale.”

 

E se il nostro articolo vi ha incuriosito non potete certo perdere il trailer ufficiale !!

 


 

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