Il testamento spirituale di Andrzej Wajda

Questa settimana su Amicinema e’ stata dedicata ai film e alla vita di Andrzej Wajda scomparso il 9 ottobre 2016 in vista dell’uscita di oggi del suo film postumo “Il ritratto negato” (Afterimage).
 
L’artista che celebra l’artista. La sua opera sul pittore connazionale Wladyslaw Strzeminski è diventata involontariamente il suo testamento spirituale.

 

Nella Polonia del 1948 l’artista e teorico dell’arte Wladyslaw Strzeminski gode di fama e rispetto sia in patria che all’estero. Nella città natale di Lódz è docente all’Accademia di Belle Arti, membro dell’Unione degli Artisti e fondatore del Museo cittadino di Arte Moderna.
Ha una figlia ancora bambina ma sveglia, una moglie gravemente malata in ospedale e una squadra di allievi adoranti.
Il destino gli ha regalato un immenso talento artistico e uno spirito libero, ma gli ha portato via sia una gamba che un braccio. L’infermità non gli impedisce comunque la produzione di tele, così come il perfezionamento della teoria dell’Unionismo, di cui è il cofondatore.
Ad ostacolarlo senza tregua è invece la radicalizzazione del comunismo, alla quale l’artista si oppone fino alla morte.

 

Nel cast nomi del cinema polaco come Boguslaw Linda, Aleksandra Justa, Bronislawa Zamachowska, Zofia Wichlacz e Krzysztof Pieczynski.


 

E proprio Boguslaw Linda era stato intervistato nell’ambito della Festa del Cinema di Roma e noi vi estraiamo i pezzi piu’ interessanti:
 
“Il film è stato girato quasi interamente a Lodz, che era la città in cui viveva Strzeminski, ed è stata una scelta fatta anche per documentare proprio quelle strade che lui percorreva tutti i giorni. Solo le primissime scene che si vedono in “Afterimage” sono state fatte in una zona di montagna, sempre in Polonia.
 
La situazione politica polacca non è molto chiara neanche in questo momento.
Sentiamo sempre di più questi tentacoli della politica che ci avvolgono e stringono. Lo Stato sicuramente vuole impadronirsi della cultura ed è una cosa che ovviamente non mi piace.
Una cosa che posso dire è che quest’ultimo film di Andrzej Wajda, che doveva essere un film su di un artista, è diventato un film sulla libertà.
 
Wajda non penso che ne fosse preoccupato dalla situazione politica attuale, non l’ho mai sentito fare dei commenti del genere.
Noi c’incontravamo sul set e lavoravamo anche dodici/quattordici ore al giorno e quindi non c’era molto tempo per parlare di quello che stava succedendo nel mondo reale. Inoltre devo dire che il film è stato girato prima del cambio del governo polacco e perciò non c’era molto da commentare.
Andrzej tendeva a concepire ogni suo film come un dipinto. Oltre a questa sua visione del cinema, con Afterimage in qualche modo ha realizzato un sogno perché erano venti anni che voleva fare un film su Strzeminski.
Il momento più felice è stato l’ultimo giorno delle riprese perché sapevo che subito dopo sarei partito da quella città così triste, fredda, grigia e avrei fatto ritorno nella mia casa, col mio letto, tutte le mie cose.”

 

Finiamo con il trailer italiano di questo film da non perdere !!

 


 

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