La verità di una vita intera

Non sono un assassino” e’ un bel thriller tutto italiano diretto da Andrea Zaccariello (“Ci vediamo domani” nel 2013 con Enrico Brignano)

 

Il vice questore Francesco Prencipe (Riccardo Scamarcio) esce di casa per raggiungere il suo migliore amico, il giudice Giovanni Mastropaolo (Alessio Boni), che non vede da quasi due anni.
Due ore di macchina per un colloquio di poche parole. Una domanda. Una risposta. Quella stessa mattina il giudice viene trovato morto, freddato da un colpo di pistola alla testa.
Francesco è l’ultimo ad averlo visto. Solo sue le impronte nella casa. Solo suo il tempo per uccidere. A interrogarlo e accusarlo una PM (Claudia Gerini) che conosce il suo passato, a difenderlo l’avvocato amico di una vita (Edoardo Pesce).
Nell’attesa che lo separa dal processo, le immagini del passato di Francesco si accavallano incoerenti nel disperato tentativo di arrivare al vero assassino.
E alla verità di una vita intera.

 

Nel cast Riccardo Scamarcio, Alessio Boni, Edoardo Pesce, Claudia Gerini e Barbara Ronchi.


 

Sentiamo le parole di Riccardo Scamarcio sullo scopo finale di questo film:
 
Corrado Augias ha dato una bella definizione di internet: all’aumentare della velocità diminuisce la potenza, dove la velocità sta nella possibilità di avere accesso alle informazioni e la potenza è la nostra capacità di empatizzare con queste.
In questo momento c’è un calo di empatia e il cinema dovrebbe stare dalla parte giusta, ovvero lavorare su questo processo empatico che c’è tra la scena e lo spettatore.
L’arte, o meglio, l’atto della creazione sembra oggi dover essere necessariamente spinto verso un obiettivo pedagogico.
Ritengo che l’arte sia un moto interiore che nasce da un bisogno, oserei dire quasi un atto egoistico. Ce lo hanno insegnato i Greci che, con la tragedia, volevano costruire un ponte con l’aldilà e raggiungere gli déi. Oggi invece tendiamo a caricare l’arte di responsabilità; ma, ovviamente, non possiamo generalizzare: dopotutto, viviamo in un mondo in cui la globalizzazione ha condizionato i nostri gusti.
Il modello americano è quello preponderante, con distribuzioni cinematografiche sempre più potenti. Dagli anni 2000, poi, con la diffusione dei social e dei reality il pubblico è diventato protagonista dello spettacolo, imparando a rivendicare il suo posto nella macchina dello show. Così, per compiacere il pubblico, si tende a celebrarlo. È chiaro che difficilmente, a questo punto, si possa parlare di arte come di un atto creativo puro”.

 

Terminiamo con il trailer ufficiale di questo film !!

 


 

E vi puo’ interessare ecco il bel cortometraggio di Andrea Zaccariello “Gioco da vecchi”, con Massimo Girotti e Arnoldo Foa’, che nel 1996 vinse il Nastro d’argento per la migliore regia ai David di Donatello.

 


 

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