Un seducente studio hitchcockiano sui nostri sentimenti più profondi

Per il suo secondo lavoro da regista (dopo “Due amici” del 2015), l’enfant prodige del cinema francese Louis Garrel sceglie un mènage á trois per dare vita a una commedia romantica e divertente sui rapporti interpersonali.
 
Tra ironia e suspense, “L’uomo fedele” (“L’Homme Fidèle”), scritto da Garrel insieme allo sceneggiatore Premio Oscar Jean-Claude Carrière (“Il fascino discreto della borghesia”, “Quell’oscuro oggetto del desiderio”), indaga con ironia sulle dinamiche dell’amore, tra incontri, seduzione e gelosie.
 
E forse lo avete visto in TV domenica scorsa da Fabio Fazio assieme alla sua compagna attuale, e co-protagonista in questo film, ovvero Laetitia Casta.

 

Otto anni dopo essersi lasciati, Abel (Louis Garrel) e Marianne (Laetitia Casta) si ritrovano al funerale di Paul, il miglior amico di lui. Questo tragico evento si rivela in realtà di buon auspicio: Abel e Marianne tornano insieme.
Così facendo, però, suscitano la gelosia di Joseph, il figlio di Marianne, e soprattutto di Eve (Lily-Rose Depp), la sorella di Paul da sempre segretamente innamorata di Abel.

 

Cast di grandi attori con lo stesso Louis Garrel e Lily-Rose Depp, Laetitia Casta, Joseph Engel.


 

Ecco le parole del regista Louis Garrel:
 
“Il mio primo film parlava dell’espressione dei sentimenti: era febbrile e i personaggi passavano il loro tempo cercando di esprimere come si sentivano. In questo film, sto cercando di fare l’esatto contrario: non conosciamo il loro stato mentale, non parlano mai delle loro emozioni. In questo senso, non si tratta di un film sentimentale.
Queste due persone s’incontrano di nuovo otto anni dopo la loro separazione, ma non c’è nulla di malinconico. Provano piacere nello stare insieme realizzando il fatto che si sono dimenticati l’uno dell’altro.
 
Lo sceneggiatore Jean-Claude Carrière ed io abbiamo iniziato da un concetto semplice: molto spesso dubitiamo dei nostri sentimenti.
E questo dubbio è espresso da voci fuori campo. Ho scelto la voce fuori campo perché è un dispositivo unico per il cinema, per il quale nutro un grande affetto, quasi lo stesso per cui si ama un particolare tipo di musica.
Il soggetto è abbastanza ordinario; l’interesse drammatico dipende dal fatto che il pubblico, ritrovandosi senza un accesso ai sentimenti dei personaggi, ha la possibilità di proiettare qualsiasi cosa su di loro.
 
Ho immaginato il personaggio principale come un innocente, qualcuno che è costantemente sul punto di rinascere. È sbalordito da tutto, nello stile dei grandi eroi dell’era del muto, come Buster Keaton, che non cerca di scoprire la ragione quando un vaso di fiori cade sulla sua testa, ma piuttosto si chiede se sta sanguinando.
Se nella letteratura hai il racconto e il romanzo, vorrei costruire questo film come una storia breve: un cortometraggio, insolito, sorprendente e fresco, l’antitesi di un pesante dramma psicologico.
In sostanza, è una commedia contemporanea di buone maniere.”

 

E se avete ancora 5 minuti di tempo ecco il trailer ufficiale !!

 


 

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