I portoni di acciaio che rinchiudono le nostre emozioni

Molti attori italiani hanno intrapreso una fortunata carriera registica, ad esempio Castellitto e la Golino, e adesso a questo gruppo si unisce (ma ovviamente il giudizio finale spetterà al pubblico) anche Valerio Mastandrea con “Ride“, il suo esordio al lungometraggio.

 

Una domenica di maggio, a casa di Carolina si contano le ore. Il lunedì successivo bisognerà aderire pubblicamente alla commozione collettiva che ha travolto una piccola comunità sul mare, a pochi chilometri dalla capitale. Se n’è andato Mauro Secondari, un giovane operaio caduto nella fabbrica in cui, da quelle parti, hanno transitato almeno tre generazioni.
E da quando è successo Carolina, la sua compagna, è rimasta sola, con un figlio di dieci anni, e con una fatica immensa a sprofondare nella disperazione per la perdita dell’amore della sua vita.
Perché non riesce a piangere? Perché non impazzisce dal dolore? Sono passati sette giorni ormai e per lei sembra non essere cambiato nulla. Nonostante gli sforzi, non riesce ad afferrare quello strazio giusto, sacrosanto e necessario a farla sentire una persona normale.
Manca un giorno solo al funerale e tutti si aspetteranno una giovane vedova devastata. Carolina non può e non deve deludere nessuno, soprattutto se stessa.

 

Nel cast Chiara Martegiani, Renato Carpentieri, Stefano Dionisi, Arturo Marchetti e Milena Vukotic.


 

Sentiamo le parole dell’attore romano su questo suo esordio, particolare perche’ l’attrice principale e’ anche la sua fidanzata:
 
“La invito a cena e all’appuntamento le dico: “Ti devo dire una cosa terribile, ma anche bella: potresti fare la parte, te la senti ?”, e mentre le parlo lei si commuove e a me viene da vomitare. Una bella scena. Digiuniamo e paghiamo il conto senza aver mangiato .
Ride e’ nato dalla voglia di rischiare. Nella vita di coppia, non a livello professionale. Mi fidavo molto della sua voglia di fare questo ruolo. Mettere il rapporto, un rapporto lungo un anno e mezzo, alla prova del set e confrontarmici è stato un gesto, credo, di grande maturità. Era come provare a dire uniamoci davvero, entra nella mia vita, mettiamoci insieme come facevamo a 16 anni.
 
Il film racconta come sia difficile viversi in pace felicità e dolore.
Gli amici mi dicono che in questo film ci sono io: ogni volta che c’è un’emozione in arrivo scappo fino a quando non si scatena una tempesta. A elaborare impiego tempo anche io, ma quando accade e arriva la botta quella botta non la dimentico. Sono fatto così e per cambiare è troppo tardi.
Per me fare l’attore è una missione, un bisogno, una necessità. Fino a 40 anni sono stato una persona che non poteva far altro che un mestiere in cui si riproducevano le emozioni. Le dovevo incarnare per finta e però renderle vere per gli altri anche perché nella vita non riuscivo a tirarle fuori. Mi facevo una nuotatina dentro le mie emozioni, emozioni che per difesa avevo messo dietro a veri portoni di acciaio, e poi passavo al film successivo. Poi la vita mi ha restituito l’occasione di mettermi in gioco e superarli ed è chiaro che ho visto il lavoro dell’attore in un altro modo e in quel momento ho detto: voglio fare questo film.”

 

E questo e’ il trailer ufficiale !!

 


 

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