Una personalissima e intima rivoluzione

Vincitore del Premio Alfred Bauer e dell’Orso d’argento per la migliore attrice al Festival di Berlino 2018, “Le Ereditiere” è il film di esordio del regista paraguaiano Marcelo Martinessi, uno sguardo dentro la ex classe agiata del Paraguay che molto ci svela di un paese poco raccontato.

 

Chela e Chiquita, entrambe discendenti da famiglie agiate, convivono da oltre trent’anni.
Dopo un tracollo finanziario, sono costrette a vendere un po’ alla volta i beni ereditati. Quando Chiquita viene arrestata con un’accusa di frode, Chela è costretta ad affrontare una nuova realtà.
Avendo ripreso a guidare, si improvvisa tassista per un gruppetto di anziane signore benestanti. Nel corso di questa sua nuova vita, Chela incontra Angy, molto più giovane di lei, con cui stabilisce un rapporto molto speciale. Inizia così la sua personalissima e intima rivoluzione…

 

Nel cast Patricia Abente, Margarita Irun e Ana Ivanova Villagra.


 

A vedere per Amicinema questo film c’era Sara Palladini e allora lasciamo spazio al suo commento:
 
“Chela e Chiquita sono due anziane ereditiere, che convivono da oltre trent’anni ad Asunción, in Paraguay. A causa di un tracollo finanziario, si vedono costrette a vendere i loro beni, per far fronte alle difficoltà economiche. Chiquita, accusata di frode, andrà in prigione, mentre Chela dovrà cominciare a guadagnarsi da vivere facendo la tassista per un gruppo di anziane signore benestanti. Proprio grazie al suo nuovo lavoro, la donna conoscerà Angy, molto più giovane di lei, con la quale intratterrà un rapporto speciale.
Il film ruota attorno alla vita delle tre donne: mostra le loro difficoltà, come reagiscono alle situazioni che devono affrontare, il loro modo di relazionarsi. Il regista Marcelo Martinessi, infatti, ha dichiarato che il suo obiettivo non era quello di tracciare un ritratto politico e sociale della contemporaneità paraguaiana, bensì quello di raccontare la storia personale e relazionale di tre donne appartenenti all’alta borghesia, una categoria troppo spesso rappresentata in maniera caricaturale nella cinematografia del suo Paese.
 
Le due ereditiere affrontano la stessa situazione in modi completamente diversi: Chiquita prova a rimanere positiva, continua a frequentare le feste e cerca di sostenere Chela, che invece si sente totalmente sconfitta e abbattuta dalle difficoltà. Entrambe hanno però in comune il fatto di voler mantenere l’immagine di ricche borghesi che le ha sempre contraddistinte. Le due donne infatti non riescono ad accettare di essersi impoverite: tengono nascoste le loro circostanze alle signore dell’upper class e continuano a mantenere una domestica e un’automobile di marca.
Quando Chiquita andrà in prigione, Chela sarà costretta ad affrontare da sola una vita alla quale stava soccombendo. Sarà proprio lontano da Chiquita, fino ad allora il suo unico ed imprescindibile punto di riferimento, e lontano dal suo unico hobby, la pittura, che Chela riscoprirà se stessa. Questo avverrà grazie ad un lavoro che non aveva mai svolto, quello della tassista, che le permetterà di entrare in contatto con nuove persone, ma soprattutto grazie ad Angy, una giovane donna interessata a conoscere la vita di Chela e condividere con lei le proprie esperienze.
 
Le ambientazioni sono poche e caratteristiche: la casa, buia e sempre più svuotata, nel corso della pellicola, dell’arredamento di lusso e delle preziose suppellettili; l’automobile, simbolo del nuovo lavoro di Chela e posto dove intrattiene molti dei discorsi con Angy; la prigione, luogo in cui vive Chiquita durante i mesi in cui è ambientato il film. Proprio “una gigantesca prigione” è l’espressione utilizzata da Martinessi per descrivere la situazione in cui vivono le donne, interpretate da tre bravissime attrici, che reggono l’intero film grazie alla loro recitazione, intima e delicata, ma in grado di trasmettere ogni emozione che provano.”

 

E adesso godiamoci il bel trailer ufficiale !!

 


 

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