Un horror senz’anima

I film di paura non escono solo durante il mese di agosto quando i distributori abbassano idealmente le serrande, ma a volte continuano anche dopo, selezionando solo le pellicole migliori come e’ il caso di questo “Slender Man“.

 

Wren, Piper, Hallie, Chloe e Lizzie sono cinque ragazzine decise a mettere alla prova la leggenda dell’allampanata e altissima creatura senza volto nota come Slender Man.
Un po’ per sfida e un po’ per dimostrarne l’inconsistenza, praticano un rituale che dovrebbe evocarlo.
Quando si accorgeranno di aver giocato con il fuoco sarà però troppo tardi…

 

Dirige Sylvain White regista del divertente “The Losers” (nel 2010).


 

Sentiamo la recensione di Davide Righini che era presente per noi all’anteprima stampa milanese:
 
“Nella storia del cinema sono stati molteplici gli spunti che hanno permesso la realizzazione dei film catalogati come film d’orrore (o film horror )….si va dai romanzi (quelli gotici settecenteschi o quelli del genio della provincia profonda americana Stephen King) alle notizie di cronaca (alcune volte “manipolate” per l’occasione) sino ai più popolari videogiochi o alle “leggende metropolitane” che – soprattutto in America – hanno una credibilità fortunatamente sconosciuta a noi europei.
The slender man ( che fa un altro effetto visto che tradotto suonerebbe come il magro o meglio lo spilungone ) è una leggenda metropolitana inventata di sana pianta apposta mediante regolare concorso su internet quindi – se possibile – di rango ancora inferiore.
Perché mi dilungo su questi temi? Semplice….il film è semplicemente inconsistente ! È un sunto dei peggiori difetti dei film horror americani per teen-ager senza che alcun pregio faccia capolino per consentirne comunque la visione.
Attori sconosciuti (o meglio attrici visto che si parla delle disavventure di quattro ragazze del college) che continueranno ad esserlo anche dopo questo film….scene girate in economia (il che non è di per sè un male ma sono passati 20 anni da “The blair witch project” ….) ma soprattutto scene molto troppo simili a Ouija , a Paranormal Activity, a qualsiasi film horror che implichi un bosco o un demone maligno (“obbligo o verità” o “It follows” ma non solo…) .
Un lavoro di taglia e cuci che con un eufemismo definirei scolastico con una sceneggiatura déjà-vu che non scalda il cuore così come le faccione urlanti dell’intero cast (il demone è sì invisibile ma si appalesa alle vittime in streaming sul loro smartphone costringendoli ad urlare tenendo così almeno svegli gli spettatori).
Il vero mistero è come abbia fatto un simile film a trovare una distribuzione cinematografica dato che è chiaramente un prodotto low-cost nato per l’home-video nato per monetizzare (ed esorcizzare) un’ ennesima versione della paura dell’ uomo nero” . P.s. In confronto il vecchio “candy-man” degli anni 80/90 è Lubitsch”

 

Ecco il pauroso trailer italiano !!

 


 

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