La violenza che un po’ tutti noi respiriamo

Certi film passano inosservati in questo finale di stagione e invece a noi piace segnalarveli perche’ sono meritevoli di attenzione e potrebbero essere delle piacevoli sorprese !!

 

Dopo il suo primo film, “Either Way (Hjartasteinn)”, diventato un favorito dei festival e oggetto di un remake americano, Prince Avalanche, con Paul Rudd e Emile Hirsch, Hafsteinn Gunnar Sigurðsson e’ stato segnalato tra i dieci registi europei segnalati da Variety nella sua annuale selezione di registi da tenere d’occhio.

 

L’albero del vicino” (Indir Trénu) presentato con grande successo di pubblico e critica alla 74ª Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia nella sezione “Orizzonti”, e’ una surreale commedia nera nordeuropea che, in un continuo alternarsi tra tragicità e grottesco rappresenta il paradigma estremo della violenza che un po’ tutti noi respiriamo volontariamente o involontariamente nella vita quotidiana e che basta un nonnulla a far esplodere.

 

Agnes e Atli sono coppia giovane con bambina. La relazione dà segni di stanchezza e si rompe quando Agnes sorprende il marito guardare un video in cui fa sesso con la sua ex. Sbattuto fuori di casa, Atli torna a vivere con i genitori, nella loro villetta con giardino. Ma sotto quell’albero, che sconfina nella proprietà dei vicini, c’è un lutto che pesa e un equilibrio apparente che è sul punto di scoppiare, con devastanti conseguenze.

E del resto, cos’è la guerra se non una disputa fra vicini in scala molto più grande?


 

Sentiamo le parole del regista islandese:
 
“Quello che mi ha spinto a trattare questa materia era la volontà di indagare le discussioni tra vicini. Di solito si tratta di questioni di poca importanza che assumono proporzioni esagerate. Le persone coinvolte sono solitamente persone “normali”, come me e lei, o i nostri genitori. Eppure queste arrivano a perdere completamente il controllo o la loro dignità. Trovo affascinante che situazioni come questa possano condurre persone normali ad assumere un atteggiamento così imprevedibile.
Le persone diventano molto suscettibili quando si tratta delle proprie case. È il loro territorio. “Nessuno mi deve dire quello che posso o non posso fare in casa mia”, è quello che si pensa. Se uno vuole un albero nel suo giardino, ne ha pienamente diritto. O, almeno, questo è quello che pensa una parte. Se però, poi, i confini non vengono rispettati, è facile perdere il controllo.
 
“Under the Tree” non è basato su una caso in particolare, ma in Islanda, liti del genere sono piuttosto frequenti. Se hai un albero nel tuo giardino, ovviamente non vuoi tagliarlo. Ma, allo stesso tempo, non abbiamo nemmeno molto sole [ride]. È un dilemma difficile da risolvere in modo diplomatico. Poi, la storia si può leggere anche come una situazione tra due paesi diversi, o tra due gruppi etnici diversi. A pensarci bene, la guerra molto spesso è una lite tra vicini, ma su una scala molto più grande.
L’incapacità di accogliere nelle nostre vite un altro essere umano e’ uno dei nostri problemi più grandi. Perché da questo cosa deriva?
Forse il messaggio del film è che dobbiamo semplicemente trovare un compromesso. Dobbiamo essere attenti al nostro prossimo, perché questa mancanza di comprensione e comunicazione, sta diventando sempre più un problema.
Nel caso di questa famiglia, il problema è che tutti hanno vissuto una tragedia enorme e non riescono a parlarne. Preferiscono mantenere le distanze.
Continuano a far finta di niente, fino a che non ce la fanno più. E allora scoppiano.”

 

E vediamoci questo sorprendente trailer italiano !!

 


 

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