Due Coree… un solo popolo

Alla Mostra del Cinema di Venezia del 2016 Kim Ki-Duk aveva inaugurato con questo film la nuova sezione denominata “Cinema nel Giardino”, ormai un frequentatore abituale con la gemma del Leone d’Oro nel 2012 per “Pieta’”.

 

Il prigioniero coreano“, questo il suo nuovo film, e’ un dramma che sviluppa e moltiplica il tema del doppio, così com’è doppia la Corea, raccontando intensamente una grande storia collettiva attraverso la storia (l’innocenza) di un singolo individuo.
 
Lontanissimo dalle tinte forti dell’Isola o di Moebius, Kim Ki-duk parla del presente, parla di una nazione divisa e in perenne stato di guerra, utilizzando – ovviamente a modo suo – la grammatica del thriller.


 

«Fai attenzione: oggi la corrente va verso Sud», lo avvisa una sentinella, ma a fare attenzione, a farne sempre molta, il pescatore Nam Chul-woo ci è abituato. Del resto, non puoi permetterti distrazioni quando abiti in un villaggio della Corea del Nord e ti muovi ogni giorno sulla linea di confine. Confine d’acqua, nel caso di Nam, ed è proprio l’acqua a tradirlo: una delle reti, infatti, si aggroviglia attorno all’elica della sua piccola barca, il motore si blocca e la corrente che «va verso Sud» trascina lentamente il povero Nam in zona nemica…
Riuscirà il prigioniero, dopo pressanti interrogatori, a convincere le forze di sicurezza sudcoreane di non essere una spia? Ma soprattutto: riuscirà Nam, dopo il proprio faticoso rilascio, a convincere il potere nordcoreano della propria integrità? È rimasto ancora quello che era, cioè un bravo cittadino devoto, o l’infezione del capitalismo (“Più forte è la luce, più grande è l’ombra”) lo ha contaminato per sempre?

 

Sentiamo il commento di Maurizio Nicolai che ci racconta cosa ne pensa di questa pellicola:
 
“Un film fortemente politico narrato con gli stilemi del thriller e immagini di crudo realismo. Non è espresso alcun giudizio, si evidenziano le contraddizioni e le somiglianze di entrambi i sistemi, il dolore misto a nostalgia di un popolo diviso da decenni. La vicenda politica, lo stato di guerra perenne, la paranoia dell’altro trovano magnifica rappresentazione nella disavventura di un uomo umile, determinato, sorretto da un’unica vera fede: l’amore per la sua famiglia.
L’interpretazione di Ryoo Seung-bum è potente e carica di una straordinaria umanità. Luci e ombre esibite con ostentazione al Sud, macchiette e rigore militare al Nord. L’autore, senza enfasi né retorica, pare suggerire un possibile cambiamento da parte delle giovani generazioni, più lontane dalle tragedie delle numerose guerre, terminate vendette e rancori, la rinnovata fiducia tra uomini potrebbe lentamente minare lo strapotere di dittatori virtuali e in carne e ossa.

Grazie alla Tucker film e alla sua distribuzione.”

 

E questo e’ come sempre il trailer ufficiale !!

 


 

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