Un lento precipitare nella solitudine

Alla cerimonia di premiazione all’ultimo festival di Venezia, dove ha vinto il premio di miglior attrice proprio per questo film, Charlotte Rampling ha ringraziato con grande umiltà i suoi maestri italiani, Gianfranco Mingozzi (che la diresse in ‘Sequestro di persona’ del 1968), Luchino Visconti (‘La caduta degli Dei’, 1969), Liliana Cavani (‘Il portiere di notte’, 1973) e perfino Adriano Celentano (‘Yuppi du’, 1975).
 
Umile, brava e assolutamente non snob.
 
Da oggi potremo ammirarla in “Hannah“, il film dell’italiano Andrea Pallaoro (lodato dalla critica dopo il clamoroso successo internazionale della sua opera prima, “Medeas”) che viene distribuito da I Wonder Pictures.


 

La routine a cui Hannah cerca disperatamente di aggrapparsi, tra lavoro, corsi di teatro e piscina, va in pezzi all’indomani dell’arresto del marito. Perche´ e` stato incarcerato? Perche´ la donna si nasconde dai vicini? Perche´ suo figlio non vuole avere niente a che fare con lei e le impedisce di vedere il nipote? Gli indizi per rispondere a questi dilemmi sono li`, nascosti nei silenzi e disseminati tra le pieghe di un dolore inespresso, ma le risposte sono in realta` del tutto marginali. Al centro di ogni scena c’e` Hannah: il suo mondo interiore esplorato senza giudizi morali, un crollo che traspare con inquietante compostezza dai gesti, dagli sguardi, dai brevi momenti di cedimento.

 

Silvia Lacchini era presente all’anteprima milanese questo martedi’ e allora le abbiamo chiesto di raccontarci le sue impressioni sul film:
 
“Hannah é un film che ti butta subito nell’interno del particolare momento di vita vissuto da una donna. L’inquadratura stretta ti tiene attaccato sin dall’inizio al personaggio principale, al suo respiro in senso fisico e letterale, al suo disorientamento rispetto al precipitare nella solitudine di una vita che fino a quel momento si supponeva tranquillo ménage familiare.
Dopo aver accompagnato il marito in prigione Hannah cerca di reagire continuando una routine che ormai è scardinata. Come affermato da Charlotte Rampling nella presentazione in sala, questo film è come un vestito di haute couture cucito addosso, ogni movimento di macchina amplifica le emozioni vissute e volutamente trattenute dall’attrice. La narrazione è valorizzata da una fotografia che cattura l’attenzione: lo spettatore ricerca gli indizi di un reato che è tanto più potente quanto indicibile. Consiglio la visione.”

 

E finiamo con l’intenso trailer di questo film !!

 


 

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