Arriva “Final Portrait” in Sala Bio al Colosseo di Milano

Anche in questo 2018 Sala Bio continua a proporre al pubblico milanese del Cinema Colosseo le attesissime proiezioni dei migliori film della stagione.


 

Martedì 6 febbraio a Milano (Cinema Colosseo, ore 21.00) in Sala Biografilm si terrà l’imperdibile proiezione, in anteprima e in versione originale, di “Final Portrait“,interpretato da Geoffrey Rush, Armie Hammer, Tony Shalhoub, Sylvie Testud, Clémence Poésy, una affascinante ritratto del pittore Alberto Giacometti e la storia di un’amicizia tra due uomini profondamente diversi, Giacometti stesso e lo scrittore James Lord, uniti da un atto creativo in costante evoluzione.
Una storia emozionante che racconta anche le difficoltà del processo artistico – a tratti esaltante, a tratti esasperante e sconcertante – e pone una domanda sui fondamenti stessi dell’arte: il talento di un grande artista è un dono o una maledizione?

 

Parigi, 1964. L’artista svizzero Alberto Giacometti gode di successo indiscusso, ma questo non lo distoglie da una vita disordinata, sempre ai limiti della decenza e dell’igiene. Giunto nella capitale francese, lo scrittore americano James Lord gli commissiona un proprio ritratto. L’uomo pensa sia questione di pochi giorni ma – data la natura mercuriale di Giacometti – l’opera diventerà un’impresa nel tempo e nella pazienza del giovane. Dopo una ventina di giorni Lord ripartirà con il quadro, rimasto inevitabilmente incompiuto.

 

Inserendo il codice FP62SB sul sito http://www.biografilmfestival.com/guest/portrait sarà possibile ottenere una riduzione sul costo dell’ingresso, da 9 a 6 euro.

 


 

Sala Bio nasce come estensione nel corso dell’anno di “Biografilm Festival – International Celebration of Lives” di Bologna, il primo festival italiano dedicato alle biografie e ai racconti di vita i cui ambiti spaziano dal cinema alla letteratura, dal documentario alla fotografia, dall’arte al teatro, alla musica. Dopo il successo della scorsa edizione che ha visto a Milano molte serate sold out, Sala Bio, in collaborazione con il Cinema Colosseo, riproporrà per tutta la stagione 2017/2018 una programmazione eterogenea e di qualità che spazia dalla fiction ai documentari e che sarà densa di anteprime, eventi e incontri.

Informazioni sulla programmazione, sul calendario e le modalità di accesso su http://www.salabio.it e sulla pagina facebook ufficiale – http://www.facebook.com/salabio

 

Assieme a EchoGroup vi offriamo un ingresso per “Final portrait

Guardate il trailer qui sopra e completate questa frase contenuta nel filmato
 

“….Chi ha mai detto che io sono un vero XXXX ?…”

 

Scriveteci entro domenica sera 4 febbraio al nostro classico indirizzo web@amicinema.it indicandoci il nome del partecipante e la parola da indovinare e lunedi’ mattina comunicheremo ai fortunati le modalità per partecipare alla serata !!

 

Buon cinema a tutti !!

 

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  1. Giovanni Ingino scrive:

    Che cosa e’ il tempo per un artista? Che cosa significa portare a termine un’opera d’arte? E’ possibile narrare il vero cosi com’ e’? Rappresentare la compiutezza del visibile?
    Intorno a queste domande ruota la ricostruzione della gestazione di uno degli ultimi dipinti di Giacometti, lo straordinario ritratto dello scrittore James Lord, realizzato a Parigi nel 1964, appena due anni prima della morte dello scultore (dipinto venduto l’anno scorso per venti milioni di dollari)
    Girato per tre quarti nell’atelier parigino dell’artista e magistralmente interpretato da Geoffrey Rush nel ruolo del protagonista, il film – quasi una piece teatrale – restituisce con patinata precisione il maniacale modo di lavorare di Giacometti, pittore oltre il tempo (che non ha per lui alcun valore reale, cosi’ come il denaro, che gli serve soltanto per pagare la moglie e la modella concubina-amante), consapevole della finitezza di ogni forma d’arte, puerilmente ossessionato dalla impossibilita’ di raggiungere la perfezione. Nasce cosi’ la storia di un ritratto infinito, dove il disfare e il ricominciare ogni volta da capo costituiscono metaforicamente il senso ultimo della vita, poiche’ e’ la ricerca della compiutezza e non la compiutezza in se’ il vero obiettivo da raggiungere. Realizzando opere imperfette Giacometti, artista perfettamente insoddisfatto, rivendica a se’ l’originale vitalita’ del processo creativo, che e’ tale solo fin tanto che l’opera e’ incompleta, come se soltanto nel divenire, impedendo la finitezza di tutte le cose, fosse possibile sconfiggere la morte (indimenticabili il monologo sul suicidio e la scena in cui da’ fuoco ai disegni gia’ realizzati) . Nello stesso tempo, quello dell’artista diventa un dialogo infinito con il proprio ideale di bellezza, con una personale visione del mondo che non riuscira’ mai ad esprimere compiutamente nell’opera, in quanto l’opera e’ mutevole nel tempo, come l’Uomo stesso.
    Le riprese effettuate con due macchine da presa in contemporanea (una libera) accentuano la drammaticita’ del personaggio e l’inquietudine interiore che lo anima. Fotografia di Danny Cohen sempre molto curata e attenta, mai banale, impreziosita da una colonna sonora originale azzeccatissima e vibrante, nientemeno che di Evan Lurie. Consigliato.
    Giovanni Ingino

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