Una chiamata alle armi per la salvezza del nostro pianeta

Il primo episodio era inquietante come un thriller e pauroso come un film horror… non per gli effetti speciali truculenti o per qualche mostro o psicopatico, ma solo perche’ raccontava un possibile (probabile ?) futuro reale della nostra Terra legato ai cambiamenti climatici.

 

Una scomoda verità 2” torna al cinema con il seguito di quelle vicende solo per due giorni, 31 ottobre e 1 novembre.

 

Presentato all’ultimo Sundance Festival e diretto da Bonni Cohen e Jon Shenk il film fa il punto della situazione raccontando le criticità attuali, ma anche sottolineando gli sforzi compiuti nell’ultimo decennio per contrastare i cambiamenti climatici. Dai progressi fatti dalle nazioni per contrastare la piaga del surriscaldamento globale, agli eventi naturali che hanno devastato il mondo, fino all’impegno verso una soluzione come l’utilizzo delle energie rinnovabili, il docu-film mostra l’incrollabile impegno di Al Gore verso il pianeta e la salvaguardia dello stesso.


 

Ugo Besson era presente alla proiezione milanesi in anteprima ed ecco il suo resoconto:
 
“Il vostro inviato è andato a vedere l’anteprima del film “Una scomoda verità 2″ di Al Gore, con la regia di Davis Guggenheim, un documentario sul problema del cambiamento climatico, che uscirà nelle sale il 31 ottobre e il 1 novembre.
Dieci anni dopo “Una scomoda verità”, che aveva avuto un grande impatto sul pubblico e sui politici e aveva ottenuto il premio Oscar 2007 come miglior documentario, Al Gore torna sull’argomento con questo film, che traccia un racconto e una riflessione su cosa è successo in questi dieci anni, in cui il suo impegno sul problema è continuato senza sosta.
Mentre il primo film presentava soprattutto una descrizione dei possibili effetti di un aumento della temperatura globale e delle sue cause, questo film si concentra su cosa è successo in questi anni, sui primi effetti e segni premonitori di scenari futuri, sulle iniziative condotte da Al Gore stesso, che è molto presente nel film, e sugli sviluppi politici recenti.
 
Sono mostrati, fra l’altro, gli effetti del terribile tifone nelle Filippine del 2015, l’inizio dello scioglimento dei ghiacciai della Groenlandia, con conseguente futuro innalzamento del livello degli oceani, il sito di Ground Zero a New York allagato dall’acqua dell’alta marea trascinata dall’uragano Sandy del 2012, il periodico allagamento di parte di Miami dal mare, con il sindaco che mostra i lavori per innalzare il livello delle strade, il doppio effetto globale dell’aumento dell’evaporazione, con incremento di temporali e uragani in alcune zone e siccità e inaridimento del suolo nelle regioni calde dell’Africa.
Il film alterna esempi di iniziative locali positive, avanzamenti tecnologici promettenti, vicende negative e insuccessi. Si mostrano gli incontri formativi organizzati da Al Gore, con numero crescente di partecipanti, molti dei quali sono poi diventati dirigenti in gruppi impegnati nella diffusione della conoscenza del problema e in azioni di pressione sui decisori politici.
 
Gli sviluppi politici non sono stati lineari, con momenti di avanzamento e successo e altri di stasi e arretramento. C’è il problema dei grandi paesi in sviluppo, l’India soprattutto, i cui ministri rispondono a Gore che gli USA e l’Europa versano gas serra da 150 anni e ora tocca a loro, che hanno bisogno dei combustibili fossili per il loro sviluppo economico e il benessere delle loro popolazioni. Si giunge al momento critico della conferenza dei capi di stato di Parigi del 2015, narrata all’americana, con colpi di scena, momenti drammatici, retroscena e trattative dietro le quinte, in particolare per convincere l’India, per giungere infine al commovente momento finale, in parte inatteso, di accettazione unanime dell’accordo, che è molto impegnativo. Poi però si torna al negativo con le dichiarazioni del nuovo presidente USA che rimette tutto in discussione. Ma il film finisce con un certo ottimismo per quello che si è fatto finora, come l’aumento notevole dell’uso di energia rinnovabile, e si conclude con un incitamento ad agire e impegnarsi per salvare l’equilibrio climatico della Terra.
Il film è interessante, piacevole e coinvolgente, è sviluppato in modo dinamico con l’alternarsi di diverse situazioni. Il tema è di grande attualità e rilevanza, ricordiamo che nel 2007 Al Gore ha ricevuto il premio Nobel per la pace, insieme al Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC), per l’impegno per “costruire e diffondere una maggiore conoscenza sui cambiamenti climatici causati dall’uomo e contrastare tali cambiamenti”.

 

A Milano il film e’ stato proiettato con un dibattito con il climatologo Luca Mercalli e Grammenos Mastrojeni, Coordinatore per l’eco-sostenibilità di Italian Aid – Cooperazione allo Sviluppo, evento organizzato da The Climate Reality Project Europe (l’organizzazione non-profit sul cambiamento climatico creata nel 2006 da Al Gore).
Lo stesso Mercalli al termine aveva dichiaro “I cambiamenti climatici non aspettano le esitazioni umane, le leggi della fisica vanno avanti per la loro strada. Il film ci dice quanto tempo abbiamo perso: è un sintomo di sconfitta ma anche una chiamata alle armi”.

 

Finale con l’inquietante trailer ufficiale !!

 


 

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