Ritorno al futuro del 2049

Il film piu’ atteso e piu’ temuto della stagione per un rischio elevatissimo di delusione.
 
Prendere un capolavoro come l’originale Blade Runner, soprattutto ormai assunto a mito cinematografico e girarne il seguito e’ impresa da far tremare anche i registi piu’ bravi.
 
Per questa missione difficilissima e’ stato scelto il canadese Denis Villeneuve (“La donna che canta”, “Sicario”, “Arrival”) che per noi e’ un grandissimo (e pure altrettanto sottostimato) regista e le prime recensione in giro per il mondo sembrano dire che per “Blade Runner 2049” il risultato forse e’ stato raggiunto !!

 

Trent’anni dopo gli eventi del primo film, un nuovo blade runner, l’Agente K della Polizia di Los Angeles (Ryan Gosling) scopre un segreto sepolto da tempo che ha il potenziale di far precipitare nel caos quello che è rimasto della società. La scoperta di K lo spinge verso la ricerca di Rick Deckard (Harrison Ford), un ex-blade runner della polizia di Los Angeles sparito nel nulla da 30 anni.


 

Oltre alla coppia Ford/Gosling il cast è completato da Ana de Armas, Sylvia Hoeks, Robin Wright, Mackenzie Davis, Carla Juri, Lennie James, Dave Bautista e Jared Leto.

 

Rossella Casapollo ha visto in anteprima per Amicinema questo attesissimo film ed ecco la sua recensione:
 
“Grandissima attesa mondiale soprattutto tra gli appassionati di science-fiction movies per il sequel di ‘Blade runner’ icona e cult del genere dal 1982.
‘Blade runner 2049’ ci accoglie in un mondo inquinato e nebbioso dalle tinte appannate sotto una costante pioggia sporca: è ciò che è rimasto a causa dei mutamenti dei trent’anni trascorsi dalla fuga di Deckard e Rachel.
Come espressamente richiesto da un messaggio del regista, non è mia intenzione spoilerare nulla di ciò che aspetta lo spettatore, ma possiamo più facilmente addentrarci nella storia ricordando gli accadimenti del periodo di ‘mezzo’.
Nel 2020 la Tyrell corporation produce una nuova linea di replicanti chiamata Nexus 8 con vita illimitata e impianti oculari riconoscibili da usare nelle colonie extra-mondo.
Nel 2022 a causa di un blackout globale che dura settimane, gli Stati Uniti sono messi in ginocchio: di ciò sono accusati i replicanti e la loro fabbricazione viene vietata.
Nel 2025 fa la sua comparsa la Wallace Corporation che con la produzione di cibo geneticamente modificato sopperisce alla crisi mondiale ed espande la sua egemonia nel mondo e nell’extra-mondo, migliorando in seguito la tecnologia per ricominciare a produrre replicanti più controllabili.
Dal 2040 i nuovi replicanti, i Nexus 9, vengono diffusi a larga scala e ritorna ad essere operante l’unità Blade Runner incaricata di eliminare i vecchi soggetti illegali e ribelli.
E qui mi fermo consigliando la visione dei tre corti prequel che il regista ha commissionato ad altri tre registi per la descrizione di questo periodo: tutti molto belli.
L’atmosfera cupa e giallognola della città degradata che accosta il ferro arrugginito ad oggetti di altissima tecnologia rende particolarmente interessante il lavoro della fotografia: veramente eccellente.
L’altro aspetto che colpisce della storia è l’ossimoro della grande ‘umanità’ dei replicanti e dei loro sentimenti, così come recita uno dei corti: ‘sono così puri, così perfetti, non tradiscono mai, sono più umani degli umani’
Ottimi gli interpreti, d’altronde con un tale cast era prevedibile: Ryan Gosling è l’agente K replicante sentimentale, una eccellente Robin Wright (‘Forrest Gump’ e ‘House of cards’) è la direttrice del reparto Blade Runner, fino al vecchio caro ed inossidabile Harrison Ford (Deckard, se ci fossero dei dubbi).
Il film, già osannato dalle prime critiche e in rumours di Oscar, a me è risultato troppo poco adrenalinico, crea sì una suspense, ma poi la fa morire in scene troppo lente e francamente mi domando perché farlo durare due ore e mezza inserendo parti a volte addirittura noiose e un po’ scontante.
In ogni caso è uno di quei film che ‘bisogna’ vedere e soprattutto godere nei suoi effettivi visivi spettacolari e unici.”

 

Denis Villeneuve era a Roma per presentare alla stampa italiana questo film ed ecco un breve estratto dalle sue parole:
 
“Chi ricorda il primo film troverà questa visione delle terra diversa. Allora si accennava a un futuro potente e bello anche se da incubo. 2049 ci racconta che le cose non sono andate per il verso giusto, il clima si è evoluto in modo disastroso, l’umanità sopravvive in condizioni terribili: l’oceano si è alzato e la città quindi ha dovuto proteggersi con un muro-diga altissimo.

Internet non è una bella cosa per noi sceneggiatori: sappiamo che non c’è nulla di più noioso che vedere un poliziotto alla scrivania che cerca indizi al computer e per questo abbiamo immaginato un massiccio impulso elettromagnetico che ha creato il blackout che ha portato alla distruzione di tutti i dati. E quindi la fine del mondo digitale e un ritorno alla realtà analogica. Questo ci fa riflettere sul nostro mondo, sul ruolo della memoria. Il film è un invito a riflettere sul fatto che il nostro mondo digitale è potente ma anche fragile. Il nostro protagonista deve mettere le mani nel fango, incontrare la gente, girare per strada piuttosto che sedersi alla scrivania.

Ci troviamo in un periodo di transizione. La tecnologia in realtà se la possono permettere i ricchi, mentre il resto del mondo cerca di sfamarsi. Ma il rapporto odierno con la tecnologia mi ricorda quello delle scimmie che si specchiano. Significa che abbiamo perso il contatto con la natura. Dobbiamo trovare un modo per tornare indietro, distrarci con la tecnologia non fa del bene alla nostra mente, mi auguro che senza violenza sia possibile tornare a un rapporto più naturale con la tecnologia”.

Ridley Scott, produttore esecutivo, ha pensato a Gosling come protagonista e me lo ha fatto sapere consegnandomi la sceneggiatura. Ho pensato leggendola che era straordinaria e che solo Ryan avrebbe potuto interpretare l’agente K. Ryan non aveva mai fatto un film di questa portata, un rischio del genere. Ma si è innamorato della sceneggiatura e ha accettato subito. Si è molto ispirato al primo Blade Runner, al personaggio di Harrison Ford anche se stavolta il lavoro era più complesso.
Amo gli attori che non fanno gli attori. Amo coloro che diventano il personaggio. Davanti a una macchina da presa un attore come Clint Eastwood porta presenza, senso, senza neanche muoversi o battere ciglio. Cercavo qualcuno che avesse il carisma necessario per poter realizzare questo obiettivo, esattamente come faceva Ford, e al tempo stesso fosse capace di esprimere sfumature emotive in maniera molto particolare.
Ryan è un artista straordinario, e lo vedrete nel film, ogni singola inquadratura pesa sulle su spalle, di attori con il suo carisma ce ne sono pochi. Ho scelto non solo tutto il cast ma anche le comparse, una per una, tra le migliaia di persone che si sono presentate. È come quando si fa un film d’epoca: non tutti i volti e tutte le presenze sono giuste per un universo futuristico come quello di Blade Runner”.

 

Finiamo con il momento piu’ atteso (solo vedere il film completo ovviamente e’ meglio): il trailer !!

 


 

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