Una delle sconfitte più vittoriose della storia

Sembra che quest’anno possa essere finalmente l’anno giusto per Christopher Nolan: dopo tantissimi film apprezzati da critica e pubblico, ma non dall’Academy… tutte le riviste specializzate dicono che per la sua ultima opera probabilmente si apriranno le porte dell’Academy e dei premi piu’ importanti.

 

E ne saremmo solo contenti visto che Nolan e’ forse il regista attuale che ha l’idea piu’ ambiziosa di cinema, inteso sia come costruzione e forza del film stesso e sia per i modelli altissimi ai quali fa riferimento (Kubrick per esempio per Interstellar).

 

La trama ormai pensiamo che la sappiano davvero tutti, e’ il racconto (in perfetto stile Nolan) dell’evacuazione delle truppe inglesi e francesi da Dunkerque (Dunkirk in inglese) verso l’Inghilterra per sfuggire alle armate tedesche e viene normalmente chiamata Operazione Dynamo (maggiori notizie su questa pagina di Wikipedia).


 

Dunkirk si apre con centinaia di migliaia di truppe Inglesi e Alleate circondate dalle forze nemiche. Intrappolate sulla spiaggia, con alle spalle il mare, si trovano ad affrontare una situazione impossibile con il nemico che incalza: la sceneggiatura racconta questa vicenda con pochi dialoghi e da tre punti di vista differenti (la terra, l’aria e il mare) secondo tre diversi tempi (una settimana, un giorno, un’ora).

 

Dunkirk vanta (come al solito) un cast eccezionale con Tom Hardy (“The Revenant,” “Mad Max: Fury Road,” “Inception”), Mark Rylance (“Il Ponte delle Spie,” “Wolf Hall”), Kenneth Branagh (“Marilyn,” “Hamlet,” “Enrico V”), Cillian Murphy (“Inception,” la trilogia de Il Cavaliere Oscuro), così come Fionn Whitehead al suo debutto. Il cast include anche Aneurin Barnard, Harry Styles (il cantante degli One Direction, qua al suo convincente debutto cinematografico), James D’Arcy, Jack Lowden, Barry Keoghan e Tom Glynn-Carney.

 

Il film è girato su pellicola IMAX 65mm e pellicola a grande formato 65mm e il modo perfetto di godere anche dell’immedesimazione cercata dal regista e’ di vederlo (dove possibile) in quel formato. Per aumentare il realismo del film la produzione ha usato in larga parte effetti speciali pratici e utilizzato le vere imbarcazioni che parteciparono all’evacuazione e aeroplani d’epoca (oppure sagome di cartone di soldati e veicoli per creare l’effetto di un grande esercito).

 

Hoyte Van Hoytema e’ direttore della fotografia del film, dopo aver già collaborato con Nolan per “Interstellar” e per le riprese sono state scelte (ovviamente) le spiagge di Dunkerque, in Franciama anche Urk, nei Paesi Bassi, Swanage e Weymouth nel Dorset e Los Angeles.

 

Hans Zimmer (sesta volta con Nolan) compone le musiche del film: Nolan ha spiegato di aver scritto la sceneggiatura del film in modo da assecondare l’illusione uditiva della scala Shepard (che il regista aveva già sperimentato in “The Prestige”) e anche la colonna sonora segue questo principio, creando una sensazione di intensità continua e crescente. Nolan inviò a Zimmer una registrazione del ticchettio di un orologio, e Zimmer cominciò a comporre le musiche del film partendo da quel ritmo.

 

Sentiamo a questo punto le parole del regista su questa pellicola:
“Uno dei motivi per cui questa vicenda mi affascina da sempre è proprio il fatto che non la vedo come storia di guerra, ma di sopravvivenza. Evidentemente, dal punto di vista cinematografico è un apparato bellico, ma io che non ho mai combattuto una guerra ho affrontato questa sfida applicando la meccanica di un film di suspence o survival. Questo è per me Dunkirk: è la storia del popolo britannico. Ho cercato la verità dietro la semplice ricostruzione che ci raccontavano quando eravamo bambini ed è più incredibile di quanto potessi immaginare.
Quando vai a Dunkirk capisci qualcosa di più su quella massa di soldati intrappolati dai tedeschi in una spiaggia così vasta e piatta dove non si potevano costruire protezioni. E capisci anche il ruolo determinante che hanno avuto i civili trasferendo i soldati dalla spiaggia alle navi alla fonda. Per ore e ore sotto il fuoco nemico, con quel tratto di mare trafficatissimo, con il molo che diventava un’altura inespugnabile quando la marea si abbassava. Mi stupisce che il cinema moderno non abbia raccontato una storia così fantastica. Nel 1958 Leslie Norman girò un film che non ho visto, ma questo vuoto è interessante, secondo me dipende dal fatto che tutto parte da una sconfitta, una delle sconfitte più vittoriose della storia. È questo l’elemento critico, ma anche di enorme fascino”.

 

Pronti per l’adrenalico trailer di questo film che attendiamo come pochi in questa stagione ?

 


 

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