Siamo soli o possiamo entrare veramente in contatto con qualcun altro ?

La coppia (solo cinematografica ben intesi) Olivier Assayas e Kristen Stewart si era formata con grande successo nel 2014 quando in “Sils Maria” l’attrice californiana in pratica rubava la scena alla ben piu’ famosa Juliette Binoche.

 

Adesso e’ la star principale di “Personal Shopper” il nuovo film di Assayas, reduce dal premio della regia all’ultimo festival di Cannes.
E che dopo quasi un anno arriva nelle sale italiane.


 

Maureen è una giovane donna americana che vive a Parigi e lavora come personal shopper. Ha l’incarico di scegliere i vestiti ideali, con un budget stratosferico a disposizione, per una star esigente di nome Kyra.
Maureen ha anche il dono di comunicare con gli spiriti. Cerca un contatto con l’aldilà per poter salutare definitivamente il fratello gemello Lewis, recentemente scomparso e per riappacificarsi con la sua perdita. Inizierà a ricevere ambigui messaggi inviati da un mittente sconosciuto. Entrerà in contatto con una presenza spettrale ma non è sicura che si tratti di Lewis…

 

Kristen Stewart ha rilasciato recentemente una lunga intervista e noi per presentarvi questo film ve ne mostriamo un piccolo estratto:

 

Pensava che avrebbe lavorato di nuovo con Olivier Assayas così presto, solo due anni dopo Sils Maria?

No, ma sapevo che a lui piace lavorare con le stesse persone, gli stessi attori e tecnici. In fondo ci speravo, abbiamo lavorato benissimo nel film Sils Maria e io mi aspettavo che prima o dopo avremmo lavorato nuovamente insieme in un progetto creativo. Non potevo immaginare che sarebbe stato così presto. Sono una buona amica del produttore di Assayas, Charles Gillibert. È il primo che mi ha raccontato che Assayas stava scrivendo una nuova sceneggiatura. Eravamo a Cannes per Sils Maria, sinceramente era la prima volta che mi trovavo con un gruppo di persone che lavoravano così in armonia. Non avrei voluto lasciarli.
Ci aiutavamo a vicenda, sono stata molto fortunata. Così quando Olivier mi ha proposto di interpretare Personal Shopper devo ammettere che ero molto contenta ma non così sorpresa. Volevamo continuare la nostra esperienza come gruppo.

 

Personal Shopper affronta temi non comuni nel cinema francese, come fantasmi e spiritismo, ma rimane abbastanza differente dai thriller americani che trattano il soprannaturale.

Si, in Sils Maria, Maria, interpretata da Juliette Binoche e il mio personaggio Valentina discutono di cinema. Sono in disaccordo su un film che hanno visto sui mutanti nello spazio. Valentina sostiene che c’è molta più verità nei film di fantascienza o nei fantasy che in molti film impegnati. Questi film usano simboli e metafore – ma non lo fanno in maniera superficiale e negli ultimi anni trattano degli stessi argomenti ed esaminano gli stessi soggetti di cui sono oggetto i film che trattano esplicitamente di psicologia. È divertente pensare che Olivier ha tratto letteralmente spunto per questo film da una frase di Sils Maria.
Personal Shopper è anche un film di genere, molto diverso da quelli proposti dagli autori francesi. È un film di genere che sceglie di non spaventarci con i fantasmi ma ci offre invece una riflessione profonda sulla realtà e pone quello che secondo me è l’interrogativo più terrificante sulla vita: “sono completamente sola o posso entrare veramente in contatto con qualcun altro?”

 

Qual è stato l’aspetto più difficile durante le riprese di Personal Shopper?

Interpreto la parte di una giovane donna, molto sola, completamente isolata e triste. È stato molto impegnativo interpretare il personaggio. Anche quando interpretavo scene con altri personaggi non potevo mai avere un vero rapporto con loro. Era come se fossero tutti fantasmi. Come se non fossi una persona compiuta, completa. Non poteva esserci un vero rapporto tra me e gli altri perché sentivo di non esistere veramente. Questa situazione mi ha fatto sprofondare in uno stato di angoscia. Ringrazio di essere stata sempre circondata da persone che mi amano e che non mi hanno fatto mai sentire sola. Sono stata molto
fortunata. Se l’atmosfera durante le riprese non fosse stata così positiva e amichevole, sarei uscita devastata da questa esperienza. Nel film, non ho mai smesso di correre da un luogo all’altro, sono sempre in movimento, ho addirittura perso peso durante le riprese, ero esausta.

 

Avete girato nelle strade di Parigi con la troupe di Personal Shopper, 48 ore prima degli attacchi del 13 Novembre. È difficile pensare guardando il film che quel carico di tensione e ansia che traspare non sia collegato.

Quando ho visto il film, mi sono accorta che eravamo totalmente chiusi nel nostro mondo, completamente assorbiti dalle cose che riguardavano noi, solo noi. Maureen è così consumata dalla sua ossessione che non rivolge quasi nessuna attenzione alle persone e alle cose che la circondano. Non è realmente a Parigi o in nessun altro luogo per questa ragione. Quando guardo il film quello che mi colpisce è che il ritratto di un personaggio che attraversa Parigi, una città di una bellezza terrificante, senza provare il minimo piacere. Odio ammetterlo ma siamo stati incredibilmente fortunati. Il giorno dopo il 13 Novembre, avremmo dovuto iniziare un nuovo giorno di riprese, ma era quasi impossibile lavorare. Ogni cosa sembrava così falsa. Girare un film in uno studio…

 

Prima di girare questo film con Olivier Assayas, qual era il suo rapporto con il cinema francese?

Avevo visto i film più importanti, come Fino all’ultimo respiro e Jules e Jim, Olivier e la troupe mi hanno scoprire un mondo di piccole sale e di appassionati di cinema. Ho scoperto un sacco di film francesi su dvd. È stata una esperienza unica per un’attrice americana trovarsi improvvisamente a far parte di quell’universo. A Hollywood ognuno condivide gli stessi valori. Qui in Francia sono i più disparati e febbricitanti. Negli Stati Uniti i film sono prodotti per intrattenere e fare soldi. Gli autori o film autoriali occupano un frammento ristretto dell’industria cinematografica. Ultimamente i filmmakers che amo di più negli Stati Uniti sono quelli che condividono una certa idea di cinema più simile ad alcuni registi europei o francesi. In Francia le ragioni che spingono a fare un film non sono le stesse che ad Hollywood. C’è un desiderio di correre rischi, diversamente dai film di grosso budget americani, i quali sono interessati solo a ripetere formule già proposte e idee già rodate.”

 

Segnatevi poi la data del 19 aprile perche’ vedremo questo film nella terza uscita infrasettimanale di Amicinema !!

 

Gran finale con le immagini del trailer ufficiale !!

 


 

Questa voce e' stata pubblicata in Di tutto un po' e contrassegnata con .

Lascia un Commento