Ritorno alle origini

Avevamo lasciato Ferzan Ozpetek sulle note di Rino Gaetano sulle immagini finali di “Allacciate le cinture”. Adesso dopo tre (lunghi) anni potremmo immergerci nuovamente nelle sue intense storie e nelle sue bellissime immagini.

 

Esce infatti “Rosso Istanbul“, con Halit Ergenç, Tuba Büyüküstün, Nejat Isler, Mehmet Günsür e Serra Yilmaz, liberamente tratto dal suo omonimo libro.


 

13 MAGGIO 2016. Orhan Sahin torna a Istanbul dopo 20 anni di assenza volontaria. Come editor deve aiutare Deniz Soysal, famoso regista cinematografico, a finire la scrittura del suo libro. Ma Orhan rimane intrappolato in una città carica di ricordi rimossi. Si ritrova sempre più coinvolto nei legami con i famigliari e gli amici di Deniz che sono anche i protagonisti del libro che il regista avrebbe dovuto finire. Soprattutto Neval e Yusuf, la donna e l’uomo a cui Deniz è più legato, entrano prepotentemente anche nella vita di Orhan. Quasi prigioniero nella storia di un altro, Orhan però finisce per indagare soprattutto su se stesso, riscoprendo emozioni e sentimenti che credeva morti per sempre e che invece tornano a chiedergli il conto per poter riuscire a cambiare la sua vita.

 

Özpetek torna a girare un film a Istanbul, 16 anni dopo la sua seconda opera “Harem Suare” (dove recitava sempre Mehmet Günsür).

 

Rossella Casapollo ha visto in anteprima questo film ed ecco la sua recensione:
 
“Ferzan Ozpetek trasforma in film il suo primo romanzo dall’omonimo titolo aggiungendo nuovi elementi e condendo la storia di sfumature thriller.
Il film è girato e si svolge interamente ad Istanbul riportando il regista, così come il protagonista del film nei luoghi dell’infanzia e della giovinezza, con tutto il trasporto, l’amore e i coinvolgimenti che questo ritorno comporta.
Orhan è un editor che da vent’anni ha scelto di vivere a Londra e che viene richiamato in Turchia dal suo amico Deniz, regista molto affermato, per aiutarlo a concludere la stesura del suo romanzo, viene da lui ospitato nella sua casa sul Bosforo e man mano viene introdotto nella vita stessa di Deniz conoscendo i suoi familiari ed i suoi amici che sono essi stessi i protagonisti del romanzo.
La città, l’ambiente e i personaggi entrano prepotentemente nella vita Orhan, facendo riaffiorare ricordi volutamente rimossi e riportandolo a vivere emozioni dimenticate.
Grandissimo il richiamo a ‘Il bagno turco’, film di debutto di Ozpetek: la situazione è analoga ma qui non c’è il tuffo in un mondo passato bensì un ritorno nel luogo di origine che si sta velocemente evolvendo con il rumore di sottofondo delle trivelle che spesso sentiamo nel film a sottolineare la trasformazione urbanistica che sta modernizzando la città.
Sullo schermo all’inizio del film compare una data: 13 maggio 2016, a significare, dice il regista, che in quel momento Istanbul era così e che già oggi potrebbe essere diversa per tutte le sue trasformazioni strutturali ma anche socio-politiche.
Ozpetek come al solito racconta le emozioni umane, le passioni e i sentimenti, ma non tralascia di posare lo sguardo sulle turbolenze sociali che in questo periodo sono cresciute ad Istanbul alcune delle quali accadute proprio durante le riprese del film: vediamo un toccante frammento sulle ‘madri del sabato’ che si riunisco in piazza con la foto del proprio caro sul petto.
‘Niente è più importante dell’amore’, questo è il sottotitolo del film e qui vediamo sicuramente tutto il grandissimo amore del regista per la sua Istanbul, ma anche l’amore per i suoi personaggi e i suoi attori, tutti di origine turca.
In questo film è presente la parte più turca di Ozpetek con il suo amore incondizionato per le origini, scordiamoci l’Ozpetek romano di ‘Saturno contro’ o quello pugliese di ‘Mine vaganti’ e godiamoci una storia fortemente autobiografica dove troviamo un po’ dell’autore sia nel personaggio dell’editor sia in quello del regista-scrittore, ma dove ritroviamo anche i suoi simbolismi, le sue inquadrature profonde e tutta la sua maestria.”

 

Spazio al bel trailer di questa pellicola !!

 


 

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