7 Minuti

Mercoledì 9 novembre, “7 Minuti” è stato protagonista della classica uscita infrasettimanale degli Amicinema.

 

Come da buona abitudine apriamo lo spazio dedicato a tutti i commenti, critiche e spunti di discussione che vorrete lasciare sul film.

 
Dati Tecnici
Regia: Michele Placido.
Cast: Ambra Angiolini, Cristiana Capotondi, Fiorella Mannoia, Maria Nazionale, Violante Placido.
Durata: 92 min

 

Trama del film
“L’azienda tessile Varazzi è in procinto di siglare l’accordo che la salverà dalla chiusura immediata. I partner francesi sono pronti a concludere, ma all’ultimo momento consegnano alle undici componenti del consiglio di fabbrica una lettera che chiede loro di sacrificare sette minuti di intervallo al giorno. Il consiglio è composto da nove operaie e un’impiegata, più una rappresentante sindacale, Bianca, dipendente della Varazzi da decenni. 

L’incertezza del futuro appesa a sette minuti. Un caleidoscopio di vite diversissime e pulsanti, vite di donne, madri, figlie. Undici caratteri, per una riflessione sulla possibilità concreta di opporre resistenza e di reagire all’incertezza del futuro, tra caos, logica e giustizia.
 
Trailer


 

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  1. Ugo Besson scrive:

    Un film intenso che affronta con realismo il tema attuale della crisi, del lavoro e dell’erosione dei diritti, e che coinvolge per le vicende delle 11 protagoniste, bene interpretate da tutte le attrici. È molto brava, per esempio, Ambra Angiolini nel rendere la personalità complessa di Greta, il suo distaccato sarcasmo, le improvvise esplosioni aggressive e le tormentate riflessioni.
    Il film parla del lavoro e dei contrasti di classe fra operai e padroni ma vive delle interazioni e delle passioni delle protagoniste e si esprime con le voci, i volti e i movimenti delle 11 donne. Una riunione del consiglio di fabbrica che doveva essere solo una formalità e durare mezz’ora, si complica in un intreccio di esigenze, paure e aspirazioni, con situazioni personali che si accavallano e posizioni che si rovesciano, e si carica di significati e implicazioni generali e complessi, difficili da sostenere e sciogliere. Il tema fa pensare ai fratelli Dardenne o a Ken Loach ma la forma espressiva richiama La voce ai giurati di Lumet (1957) e mi ha fatto venire in mente anche Carnage di Polanski, con suoi rovesciamenti psicologici e gli allargamenti di riferimenti della discussione.

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