Dal Vostro Inviato a Venezia: il giorno di Jean-Paul Belmondo

Difficile per il Vostro Inviato oggi la scelta del primo film. Alla fine tra Big Big World,  film turco di Orizzonti e L’uomo che non cambiò la storia di Enrico Caria sulla carta interessantissimo, opta per Le Voleur di Louis Malle, film del 1967 interpretato da un giovanissimo Jean-Paul Belmondo, oggi premiato al Lido con il Leone d’Oro alla carriera. E quando arriva in Sala Grande accompagnato da Sophie Marceau, il pubblico del Lido gli tributa una standing ovation. Dopo la premiazione si ferma in sala, in mezzo al pubblico, a rivedersi giovane e restaurato. Le voleur è una commedia brillante sull’arte del furto con stile, godibile ancora oggi per le battute, l’ambientazione e naturalmente il grande Bebel. Oggi non c’è tempo per godersi la terrazza e i suoi aperitivi. Si ritorna subito in Sala Grande per Paradise di Andrei Konchalovsky primo film in concorso oggi. La lettura della presentazione del film lasciava perplesso il Vostro Inviato: l’ennesimo film sui campi di sterminio, possibile oggi dire ancora qualcosa di nuovo o in modo nuovo? Possibile. Konchalovsky costruisce il film a partire da tre personaggi, un commissario francese, una contessa russa e un nobile tedesco che fin dalle battute iniziali appaiono raccontare la loro storia davanti a una telecamera, a guerra conclusa. I loro racconti, come ormai è d’uso, si trasformano in immagini e diventano parte del film che vediamo. Così questa storia di nazismo, campo di sterminio resistenza e collaborazionismo ci appare da tre punti di vista diversi. Che alla fine si incroceranno senza mai però combaciare. Pur molto lungo, il film mantiene una tensione narrativa costante, diventando sempre più coinvolgente, fino allo sconcertante finale. Almeno per il Vostro Inviato che è caduto nella trappola metafilmica abilmente preparata dal regista. Film originale e emozionante firmato da un Maestro riconosciuto. Ci sono tutti gli elementi per il Leone D’Oro.

Il terzo film della giornata per il Vostro Inviato è anche il terzo film italiano in concorso dopo Spira Mirabilis e Piuma: Questi Giorni di Giuseppe Piccioni. Racconta il viaggio di quattro giovanisime amiche a Belgrado per accompagnare una di loro che ha deciso di trasferirsi lì per lavoro. Un viaggio in cui non accade nulla di particolare, ma che cambierà la loro vita e i rapporti tra di loro. Lo sguardo di Piccioni è delicato, quasi in punta di piedi. Ne esce un ritratto convincente supportato anche dalla bravura delle quattro giovanissime interpreti (con Piccioni nella foto). Nel film recitano anche Margherita Buy e Filippo Timi, rispettivamente madre e professore di Liliana (Maria Roveran la prima a sinistra nella foto), tra le quattro ragazze quella a cui la sceneggiatura dedica maggiore sviluppo. Nel complesso un film godibile che riesce a raccontare con leggerezza anche il lato drammatico della vita.

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