Un viaggio fantastico attraverso un mondo di antiche leggende e magia

Dopo il successo registrato al Festival di Toronto e la nomination agli Oscar nella rosa finale come Miglior Film d’Animazione, arriva oggi finalmente a Milano grazie a Bolero Film “La canzone del mare” del regista nord irlandese Tomm Moore.

 

Il film racconta la storia di Ben e della sua sorellina Saoirse – l’ultima bambina foca – che si avventura in un viaggio fantastico attraverso un mondo di antiche leggende e magia nel tentativo di ritornare nella sua casa vicino al mare. L’ispirazione viene dalla mitologia delle Selkies del folklore irlandese, che vivono come foche in acqua, ma acquisiscono sembianze umane sulla terra.


 

Diretto da Tomm Moore (già candidato all’Oscar nel 2010 per “The Secret of Kells”) il film ha una piccola parte italiana poiché tra i 20 disegnatori ci sono anche tre giovani italiani diplomati al Centro Sperimentale di Cinematografia di Torino: Giovanna Ferrari, Alessandra Sorrentino e Alfredo Cassano. La musica è del compositore Bruno Coulais e della band irlandese Kíla, entrambi hanno già collaborato al precedente film “The Secret of Kells”.

 

A Tomm Moore hanno chiesto recentemente quale e’ stata l’ispirazione per la storia di questa pellicola:
“All’inizio della produzione di Kells, sono andato in vacanza sulla costa occidentale dell’Irlanda con mia moglie e mio figlio Ben, che aveva 10 anni all’epoca. Stavamo disegnando sulla spiaggia vicino alla città di Dingle dove avevamo affittato una casa quando ci siamo imbattuti in una visione inquietante… c’erano i cadaveri in decomposizione di foche sulla spiaggia. Abbiamo chiesto alla signora proprietaria del cottage che avevamo preso in affitto e ci ha spiegato che i pescatori locali aveva iniziato a uccidere le foche per la frustrazione di alcuni stock ittici avariati. È pazzesco che se la prendano con le foche, laddove ciò che è veramente da maledire è la pesca eccessiva umana.
Ci diceva che questo non sarebbe mai accaduto anni fa, dal momento che vi era la diffusa credenza nel soprannaturale e le foche erano viste come creature mistiche a cui non si poteva nuocere. Molti pescatori in quei giorni credevano che le foche potessero contenere le anime di persone disperse in mare o potessero anche essere delle Selkies, creature che potevano trasformarsi da foche in esseri umani. Avevo sentito storie sulle Selkies quando ero più giovane e me ne sono ricordato anche durante la vacanza.
Stavo parlando di tutto questo al direttore artistico di The Secret of Kells, Ross Stewart, quando sono tornato a casa. Mi ha prestato un libro intitolato Il Popolo del Mare, cheera una raccolta di vecchi storie irlandesi e scozzesi sulle foche-esseri umani.
Ho iniziato a pensare a come perdiamo molto di più di semplici storie quando perdiamo il nostro folklore, si perde anche il rispetto per l’equilibrio della natura e le antiche tradizioni. E ho iniziato anche a pensare a quando queste vecchie credenze hanno cominciato a morire. Ho immaginato che sarebbe potuto essere stato quando ero un bambino, più o meno dell’età di mio figlio, di circa 10 anni, ho cominciato quindi a sognare la storia, intrecciando le varie influenze e le idee derivanti da quel viaggio sulla costa occidentale con la mia nostalgia per l’Irlanda prima della crescita economica del periodo della “Tigre Celtica””

 

E sempre Moore sulle influenze visive presenti nel film:
“Le mie influenze sono analoghe a quelle di The Secret of Kells, che ha uno stile che ho impiegato così tanto tempo a sviluppare, che è come se fosse diventato una mia seconda pelle. Questo è stato reso possibile solo con l’animazione in 2D. La cosa più importante che abbiamo cercato di aggiungere è stato un senso di luce sempre mutevole e il cielo e l’atmosfera umida dell’Irlanda.
Un pittore che ho ammirato molto è stato il pittore irlandese di paesaggi, Paul Henry, e ci dobbiamo ritenere fortunati per il contributo che ha dato il mio vecchio amico Ross Stewart al primo concept focalizzato soprattutto sul paesaggio irlandese. Il direttore artistico Adrien Merigeau ha inoltre apportato non solo il suo stile personale ma anche tutte le sue influenze dal mondo dell’arte, e le sue esperienze con la fotografia e l’illustrazione.
Abbiamo unito i nostri approcci nel momento in cui abbiamo sviluppato lo stile, e incluso alcune nuove ricerche nelle sculture di pietra pre-celtiche. Questi segni distintivi hanno Adrien alcuni artisti moderni come Klee e Kandinsky e Jean Michel Basquiat, che ha incorporato nel suo stile.”

 

A Milano troverete questo film negli spettacoli pomeridiani al cinema Apollo e UCI Bicocca.

 

Per sognare con questo film d’animazione spazio al delicato trailer italiano.

 


 

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