Le emozioni che la vita ci regala: Intervista a Yann Arthus-Bertrand

Martedi’ 1 marzo il grande regista/fotografo francese Yann Arthus-Bertrand era in sala al cinema Anteo di Milano per presentare l’anteprima integrale del suo ultimo bellissimo documentario “Human“.

 

Un’opera che vi consigliamo caldamente e che e’ possibile vedere gratuitamente in streaming su YouTube sulla pagina ufficiale di “Human”


 

Il nostro inviato Mauro Cesaretti e’ riuscito a incontrare il regista francese e a realizzare per Amicinema una bella intervista esclusiva che vi proponiamo in questo articolo.

 

Human è un film che parla al cuore delle persone, che racconta di emozioni e frammenti di vita, ma non è facile arrivare dritti al cuore trasmettendo i giusti messaggi all’intera umanità.

“Ricerco sempre la verità e l’autenticità!” afferma Bertrand svelando il suo segreto: “Le persone non riescono a comprendere i problemi se non li vivono in prima persona ed è proprio questo il motivo per cui ho deciso di far parlare ogni singola persona di fronte alla telecamera, proprio per dare un impatto diretto al documentario!”
Inoltre, il regista spiega come non sia facile porre domande personali passando da interrogativi abbastanza facili, per scogliere la “tensione” della macchina da ripresa, sino a chiedere l’evento più importante della vita di quella persona e ciò che ne ha appreso. Infatti, continua dicendo che prima le interviste risultano semplicemente una cosa quasi personale con il regista, ma successivamente la chiacchierata sembra avvenire con le persone al di là dello schermo e non più alle cineprese.
 
Per tutti è difficile parlare dei propri sentimenti e delle proprie esperienze di vita, soprattutto se quello che si sta registrando verrà visto da milioni di spettatori. Non è facile fare il “coming out emotivo”, ma Bertrand c’è riuscito raccogliendo dodici ore di girato dove ogni persona parlava di sé. “Certo” dice il regista: “sento molto la responsabilità di essermi preso carico delle loro emozioni ed esperienze per parlare al mondo di tematiche sensibili legate all’uomo. Se non è una missione, poco ci manca!”
Parlare dei contrasti che l’uomo vive dentro di sé ogni giorno, probabilmente è stato il metodo migliore per poter rappresentare l’universalità dei sentimenti. Ci troviamo, infatti, continuamente a dover lottare tra amore e odio, la vita e la morte, la gioia e la tristezza, e così via.

“Sono un ecologista” racconta con grande entusiasmo: “e da tale non posso che amare tutte le persone sulla faccia della terra! Vorrei poter esser arrivato al cuore di tutti con questo film, portando modestia e umiltà, perché ci vuole una grande empatia per questo mondo!”

 

Il film è stato girato in due anni e durante la realizzazione, riporta il regista, ci sono state le solite problematiche (soldi, elicottero, ecc.), ma alla fine è stato raccolto così tanto materiale da creare sette versioni differenti (per scuole, sale cinematografiche, ecc.). Inoltre, non avendo una struttura narrativa, ci sono voluti due anni e mezzo di montaggio per farlo armonizzare con le scene delle fotografie aeree e con le musiche.
La pellicola è stata finanziata dalla Fondazione Bettencourt ed resa accessibile a tutti grazie all’aiuto della Fondazione GoodPlanet.

 

Bertrand esclama in conclusione: “Non è importante viaggiare senza uno scopo. Bisogno trasmettere messaggi per questo futuro incerto circondato da problemi di tipo climatico, sociale, ecc. Questo è un mondo complicato e solo noi possiamo renderlo migliore!”

Il prossimo film del regista sarà “Women”, perché lui stesso, durante le riprese di questo film, si è accorto quanto la figura della donna sia ancora un problema per alcune società nel mondo.

 


 

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