Alla ricerca della verità su Pier Paolo Pasolini

Ci ha provato lo scorso anno un grande regista come Abel Ferrara e il risultato non è stato molto soddisfacente.
 
Riuscire ad entrare nella personalità di un personaggio come Pier Paolo Pasolini non è davvero facile e si rischia sempre di semplificare o di escludere qualche aspetto dello scrittore (regista, poeta, osservatore acuto della realtà italiana… e si può aggiungere a piacimento).


 

In sala dal 24 marzo distribuito da Microcinema arriva adesso “La macchinazione” di David Grieco con Massimo Ranieri (nel ruolo di Pier Paolo Pasolini), Libero De Rienzo, Matteo Taranto, François Xavier Demaison, Milena Vukotic, Roberto Citran, Tony Laudadio, Alessandro Sardelli e l’amichevole partecipazione di Paolo Bonacelli e Catrinel Marlon.

 

Il film racconta gli ultimi tre mesi di vita di Pier Paolo Pasolini. Coscienza critica e anticonformista del nostro Paese, alla vigilia di cambiamenti epocali per l’Italia, mentre è impegnato al montaggio di uno dei suoi film più discussi, “Salò o le 120 giornate di Sodoma”, Pasolini sta scrivendo Petrolio, opera che denuncia le trame di un potere politico ormai corrotto fino al midollo.
In quegli stessi giorni, frequenta Pino Pelosi, un giovane sottoproletario romano che ha legami con il mondo criminale della capitale. Una notte, alcuni amici di Pelosi rubano il negativo di “Salò” e chiedono un riscatto esorbitante. Ma il loro vero obiettivo non sono i soldi…
 
Una crime story che indaga sull’assassinio di uno dei più grandi intellettuali del nostro tempo.

 


Ornella Dallavalle
ha visto in anteprima il film ed ecco cosa ci ha raccontato:

 
E’ sempre un atto di coraggio raccontare una storia vera ma lo è ancora di più quando un film diventa strumento di ricerca della verità. David Grieco era amico di Pasolini e quarant’anni dopo la sua scomparsa cerca di dare un nome al mandante di un omicidio rimasto avvolto nel mistero per tutti questi anni. Quando il corpo senza vita di Pier Paolo Pasolini fu trovato nello sterrato dell’Idroscalo, David Grieco fu tra i primi a giungere sul posto insieme al medico legale Faustino Durante (padre della sua compagna di allora). Ciò che fu chiaro fin dal primo momento fu che Pasolini era stato ucciso da un branco di assassini e che la morte fu causata da più passaggi dell’Alfa GT sul suo corpo.
La macchinazione racconta gli ultimi tre mesi di vita di Pasolini e il suo rapporto con Pino Pelosi, un ragazzo di borgata amico di giovani criminali che costituiranno il gruppo fondante della Banda della Magliana.
Nell’estate del 1975, Pier Paolo sta montando “Salò o le 120 giornate di Sodoma”e sta scrivendo “Petrolio”, un’opera che denuncia le trame di un potere politico ed economico corrotto fino al midollo. Nella notte del 26 agosto, viene sottratto dagli stabilimenti della Technicolor il negativo di Salò e da qui scatta una trappola mortale che vede la sinergia fra delinquenza di borgata, crimine organizzato e potere politico-finanziario.
Nella notte fra il primo e il due novembre del 1975, Pasolini si reca all’Idroscalo per riavere il negativo del film e qui incontra i suoi assassini, complici volontari e involontari, tutti ugualmente colpevoli.
«Le tesi sulla morte di Pasolini che circolano da anni sono tante – dichiara il regista David Grieco – nel 1976 Pelosi venne condannato dal tribunale dei minori per l’omicidio di Pasolini in concorso con ignoti ma è più probabile che lui sia stato solo l’esca per l’agguato». Pasolini è stato assassinato dalla Banda della Magliana. Pasolini è stato eliminato su ordine di Eugenio Cefis, presidente dell’Eni e della Montedison e fondatore della P2, perché indagava sui suoi loschi traffici. Pasolini si è fatto uccidere, come Cristo, pianificando il suo martirio nei minimi dettagli. La macchinazione sposa tutte queste ipotesi intrecciandole tra loro perché c’è una parte di verità in ognuna di esse. Massimo Ranieri interpreta Pasolini in modo straordinario. David Grieco ci racconta che pochi mesi prima di morire, Pier Paolo si trovò seduto accanto a Ranieri prima di una partita di calcio. Lo guardò e gli disse: “Sai che è proprio vero che tu ed io ci somigliamo molto?”, poi prima di salutarci ci chiede di ricordare Guido Bulla, lo sceneggiatore, che purtroppo ci ha lasciati prima che il film fosse terminato.”

 

Per chi vuole vedere le prime immagini ecco il trailer ufficiale.

 


 

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