Parola di Woody

Woody Allen non e’ mai stato reticente nelle sue interviste… il regista newyorkese ama parlare di se e delle sue opere e cosi’ c’e’ un’ampia raccolta dei suoi pensieri.

 

In attesa del suo ultimo film (“Irrational Man“, sul quale potete prenotarvi qui) che vedremo domani sera, abbiamo fatto un mix delle sue ultime interviste realizzando alla fine una piacevole chiaccherata virtuale con lui…

 

Spazio quindi ai pensieri di Woody Allen !!


 

Sulla filosofia
“Il primo incontro con la filosofia è avvenuta grazie al cinema di Ingmar Bergman: “I suoi film mi hanno affascinato, all’epoca non avevo ancora letto Nietzsche o Kierkegaard ma quando ho visto il suo lavoro un campanello dentro di me ha cominciato a suonare. Sono cresciuto leggendo le varie teorie filosofiche comparandole e schierandomi con una posizione oppure con un’altra”

 

Sulla religione
“Non sono contro la fede individuale. Non ho questo tipo di sentimenti, ma li rispetto. Ma le organizzazioni religiose sono terribili, con i loro precetti, i capi eleganti che sanno quel che Dio vuole fingendo di avere le risposte. Possono essere responsabili di gesti orrendi, ruberie, omicidi”.

“Ho perso le illusioni molto presto. Ero un bimbo quando ho scoperto che non c’era Babbo Natale e non c’era Dio, nessun uomo con la barba che vegliava sul mondo e aveva creato le cose. Sono cresciuto troppo in fretta. È spaventoso rendersi conto che non c’è nient’altro fuori da te. L’unica cosa che puoi decidere è vivere la tua vita in modo etico, morale. Non perché hai paura di andare all’inferno o c’è qualcuno che veglia su di te. Perché è buono in sé e non per compiacere un’immaginaria figura paterna”.

 

I momenti magici della vita
“Quando incontro qualcuno e m’innamoro, quando i bambini fanno qualcosa che mi stupisce, quando suono. Quando guardo una partita ho momenti di estasi. Ma so che sono piccole oasi nel deserto della tragedia. Ci sono momenti della vita che sono meravigliosi, la vita non lo è. È un deserto pieno di polvere, esplosioni, morte, violenza. Il meglio che puoi fare è godere dei fuggevoli momenti di meraviglia, perché la vita va avanti, che tu voglia o no”.

 

I suoi personaggi e attori
“Mi interessa il denaro come fenomeno, ho anche pensato a un documentario. E mi affascinano i ricchi. Sono istruiti e potenti, ma commettono le stesse sciocchezze dei poveri. E sono ugualmente infelici. Mi piace osservarli, le loro barche e gli aerei, le tresche amorose e i matrimoni insoddisfatti, i figli problematici. A New York sono l’unico artista in un quartiere di banchieri, avvocati, manager. So come parlano, come fanno shopping, quali ristoranti scelgono. Mangio negli stessi posti e cammino nelle stesse strade. Sono cresciuto povero, a Brooklyn, ma ho raccontato il mio passato poche volte, “Broadway Danny Rose”, “Radio Days”. Più spesso mi colpiscono le storie di ricchi che dovrebbero essere felici e non lo sono”.

“Gli uomini sono chiusi, al massimo s’arrabbiano. Le donne sono più libere nelle loro emozioni, più drammatiche, complicate, interessanti. Almeno per me”.
“Convivere con Diane Keaton mi ha cambiato profondamente. Ha personalità, è intelligente, percettiva, artistica. Mi ha insegnato a vedere il mondo con i suoi occhi. Per lei ho scritto il ruolo di “Io e Annie”. È venuto bene, così ho continuato a lavorare su ruoli femminili, sempre più felice e a mio agio”.

 

Sulla sua carriera attuale di attore
“Difficile trovare ruoli. A settantasette anni mi toccano i padri, gli zii, i nonni. E i registi non mi chiamano. Ogni cinque anni mi offrono un ruolo, a volte così piccolo, stupido o volgare che devo rifiutare. Sarei felice di lavorare per Martin Scorsese, Oliver Stone, Alexander Payne”.

 

Parigi e il festival di Cannes

Parigi è nel mio cuore fin da quando, nel 1965, ci sono stato per la prima volta. Quel che si vede nel film “Midnight in Paris” è una visione non realistica della città, ma filtrata dalla mia memoria cinematografica. Sono le mie emozioni per una città che adoro, soprattutto sotto la pioggia”.

“Amo stare qui a Cannes, amo il Sud mi piacciono tutti questi paesini della Francia meridionale. Mi piace la gente e amo il festival. So che il festival è soprattutto competizione, concorso, ma per me è come una convention di avvocati o medici o qualunque altra professione. Da quando sono qui non faccio che incontrare registi, attori e tutti parlano solo di film… il pubblico è così emozionato, la gente per strada è come impazzita. L’atmosfera è molto eccitante. Un ottimo posto per mostrare il tuo film“.

 


 

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