Tutto puo’ accadere con Peter Bogdanovich

Il periodo d’oro di Hollywood, quello dei film di John Ford, Ernest Lubitsch, Howard Hawks è finito. Non voglio mordere la mano che non mi dà da mangiare, ma il cinema americano vive un periodo di decadenza, dove si fanno solo prequel, sequel, remake, fumettoni e cartoni animati. L’unica domanda che ci si fa è come fare 300 milioni di dollari il primo weekend“.

 

Queste le parole all’ultimo festival di Venezia del regista Peter Bogdanovich presentando la sua ultima fatica (fuori concorso) “She’s funny that way”, tradotto da noi in “Tutto puo’ accadere a Broadway“.

 

Un film che riscosse grande successo di pubblica e critico alla mostra e che adesso sta per arrivare finalmente sui nostri schermi.

 

La storia del film è quella di Izzy, giovane squillo che sogna di diventare attrice di Broadway (l’attrice inglese Imogen Poots). Quando incontra il regista Arnold Albertson (Owen Wilson) che ha la mania di “salvare” giovani ragazze di strada consegnandole 30.000 dollari per realizzare i propri sogni, la sua vita sembra avere una svolta.
La strada di Izzy si intreccia poi con quella di tanti altri personaggi: un detective privato ingaggiato da un giudice in cura da un’analista (Jennifer Aniston) che è fidanzata con uno sceneggiatore (Will Forte) che ha scritto uno spettacolo che andrà presto in scena per la regia di Albertson con due attori protagonisti (l’uomo è Rhys Ifans la donna è Kathryn Hahn) in cui il ruolo femminile è interpretato dalla moglie del regista.

 

L’idea ci è venuta molti anni fa a me e a Louise – racconta Bogdanovich riferendosi alla sua ex moglie e cosceneggiatrice, sorella della playmate Dorothy, uccisa dal marito geloso nel 1980 – per girare a Singapore il film Saint Jacques sulla figura di un protettore avevamo scritturato una serie di escort che ci raccontavano quanto avrebbero voluto cambiare vita. Abbiamo cercato di aiutarle pagandole più che potevamo. Qualche tempo dopo io e Louise avevamo bisogno di pensare a qualcosa di leggero, che facesse ridere, e ci è rivenuta in mente la storia di un uomo che aiuta le prostitute e le paga per cambiare vita“.

 

Un ruolo importante nel film è quello di New York. “È raccontata con una vena di nostalgia e come filtrata dai ricordi e dalle immagini di tanti film del passato – dice Kathryn Hahn – nel nostro film c’è sempre un taxi che aspetta in una luce verdognola, un’immagine romantica e idealizzata che viene da un certo cinema”. “New York è sempre stata una grande fonte di ispirazione per me – conclude Bogdanovich – fin da quando ci ho girato …E tutti risero, il mio film preferito. Dicono che sia cambiata ma per me non è così. Certo, tirano su e giù grattacieli tutti i giorni, ma la sua magia è immutata“.

 

Il film sarà proiettato nelle sale italiane dal 9 aprile e noi ci vediamo intanto il trailer (per ora solo in inglese).

 


 

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