La macchina del tempo: Lo squalo

E’ il sogno di ogni appassionato di fantascienza, viaggiare con la DeLorean di “Ritorno al futuro” o entrare nella cabina telefonica del Doctor Who, perfino H. G. Wells nel 1895 immaginava di averne una in un suo famoso romanzo.

 

Parliamo della “Macchina del tempo” e solo noi di Amicinema siamo riusciti ad averne una per i nostri viaggi spazio-temporali alla ricerca dei migliori film del passato.

Come i viaggiatori del serial televisivo “Kronos – Sfida al passato” (chi se lo ricorda ?) abbiamo lanciato il nostro critico Pietro Diomede nel flusso temporale delle sale cinematografiche del passato per vedere e commentare le migliori pellicole del passato.

 

Nel suo primo viaggio nel passato e’ atterrato nel 1975.
Quell’anno tra le altre cose terminava la guerra in Vietnam, iniziava la guerra civile in Libano, si diventava maggiorenni a diciotto anni, Federico Fellini vinceva il suo quarto Oscar con il film Amarcord e un giovane cineasta americano girava un film che diventerà un classico del genere azione-paura.

 

Ma lasciamo la parola a Pietro…

 

Mi trovo davanti una stupenda macchina del tempo cinematografica….. ci monto su e come per magia mi ritrovo nel 1975 in un cinema del centro a vedermi Lo squalo.

Lo Squalo è l’ingresso nel cinema che conta di un ventisettenne dalle belle speranze un certo Steven Spielberg che dopo due notevoli film a basso budget come Duel e Sugerland Express porta sullo schermo il Best Seller di Peter Benchley.

 

Spielberg azzecca fin da subito la chiave di lettura spaventare senza fare vedere, da brivido la scena iniziale dove la vittima si ritrova sola in mezzo,al mare, illuminata dalla luce del buio, la celebre colonna sonora di John Williams che accompagna il presagio e poi un qualcosa la divora.

Il regista è abile a giocare a nascondino con lo spettatore, la suspence è creata seguendo i dettami di un thriller. Il mostro marino viene tenuto nascosto per metà film per evidenziare le componenti psicologiche dei personaggi.

E anche lì Spielberg fa centro, puntando su protagonisti che cozzano con il classico stereotipo di eroi. Il poliziotto Roy Scheider è terrorizzato dall’acqua, l’oceanografo Richard Dreyfuss è un personaggio su generis che non ispira fiducia con la sua fisicità e Robert Shaw è un cacciatore di squali sporco e cattivo….un moderno Acab che ha un conto personale con lo Squalo.

 

Il film apre un nuovo filone del brivido e tutt’ora la scena iniziale è da annoverarsi tra la più spaventose della storia del cinema ed è stato per il regista l’ingresso verso la Hollywood che conta mettendo a servizio il suo talento a disposizione di film di largo consumo cosa che nel corso degli anni in parecchi hanno rimproverato allo stesso Spielberg.

Ma ce ne fossero dei Blockbuster d’autore come lo Squalo….

 

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