Uno sguardo sul cinema del Cile

Questa sera la classica uscita infrasettimanale degli Amicinema avrà come protagonista il film “Gloria” del regista cileno Sebastian Lelio, premiato all’ultimo festival di Berlino e molto apprezzato da critica e pubblico.

Lelio e’ solo l’ennesimo esponente del cinema cileno che arriva in Italia, simbolo di un paese che come pochi altri nel mondo negli ultimi anni ha saputo proporre nel mondo cinematografico figure e temi interessanti e profondi.

Il successo del cinema cileno del mondo è il frutto di una lunga tradizione e di una scuola che negli ultimi anni si è rilanciata nel proprio paese e nel mondo.
A partire dal 1990 infatti, con il ritorno alla democrazia, inizia anche la rinascita del cinema cileno, con opere che anticipano la ricchezza creativa degli anni successivi. La storia della cinematografia cilena è stata segnata da momenti di calo nella produzione. Oggi il settore riceve riconoscimenti a livello nazionale e internazionale e mostra i segni di una nascente industria cinematografica nazionale.

 

Per gli spettatori italiani, il cinema cileno è legato soprattutto al nome di Pablo Larrain, del quale con Amicinema abbiamo visto i recenti “Post mortem” e “No – I giorni dell’arcobaleno“.
Ma la fama di Larrain, nato a Santiago del Cile nell’agosto del 1976, è arrivata nel 2008 con il suo secondo intenso film “Tony Manero” (presentato al festival di Cannes e miglior film al Torino Film Festival).

Siamo nel 1979, a Santiago del Cile, in pieno regime di Pinochet: Raùl Peralta, ossessionato dal protagonista del famoso film con John Travolta, passa il tempo a imitarne passi e movenze in uno spettacolo di danza che si tiene ogni sabato in un night-club di periferia. Lo stato di alienazione nel quale si trova a vivere il protagonista, deciso a tutto pur di poter vivere come il suo mito, lo porta a compiere crimini sempre più efferati e senza senso, che passano però inosservati. La lenta e pregressiva follia di Raul finirà per coinvolgere anche le persone che gli stanno vicine.”

 


 

Un’altro nome che conosciamo bene e’ quello di Andrés Wood.
Lo scorso luglio, passato purtroppo come saldo di fine stagione, è uscito nelle sale milanesi “Violeta Parra- Went to Heaven“, ispirato alla vita della leggendaria cantante morta nel 1967. Opera premiata al Sundance e nominata all’Oscar come miglior film straniero e che vede una bravissima Francisca Gavilán interpretare anche tutte le canzoni originali del film (compresa la bellissima “Gracias a la vida”).

 


 

Meno noto (ma non certo meno bravo) è invece Sebastian Silva, classe 1979, anche lui nato a Santiago del Cile, ma poi emigrato a Montreal e poi a Los Angeles (si dice che tentò di presentare inutilmente un suo progetto a Steven Spielberg).
Due i suoi film degni di attenzione: “La Vida me Mata” e “Affetti e dispetti”.

In quest’ultimo film:

Raquel è l’introversa e bizzosa domestica dei Valdés, una famiglia benestante che da vent’anni occupa tutti i suoi pensieri fino all’emicrania. E sono proprio le sue dolorose e frequenti cefalee a preoccupare la padrona di casa, che ritiene opportuno affiancarle una seconda cameriera. Convinta che il provvedimento della signora Valdés possa minacciare il suo ruolo e il suo regno domestico-affettivo, Raquel si accanisce sulle ignare aspiranti, intralciandone il lavoro e chiudendole letteralmente fuori dalla porta e dalla vita dei “suoi cari“.

 


 

E per finire come abbiamo iniziato, parliamo di Sebastian Lelio, che pero’ se vogliamo essere pignoli è nato in Argentina nel 1974 e poi si e’ trasferito da bambino in Cile.
Diplomato alla Scuola di Cinema Cilena (Escuela de Cine de Chile) ha diretto numerosi cortometraggi e video musicali.
Nel 2003 ha realizzato Cero, un documentario basato su materiale inedito sugli attentati dell’11 settembre a New York, co-diretto con Carlos Fuentes.
Ha anche diretto due stagioni della fortunata serie (almeno in Cile !!!) “Mi mundo privado” insieme a Fernando Lavanderos, che segue le vite di varie famiglie cilene di diversa estrazione socio-economica ed è stata nominata due volte agli Altazor Awards e agli Emmy Awards.
Nel 2005 presenta in anteprima al San Sebastián International Film Festival il suo primo lungometraggio “La Sagrada Familia”, girato in tre giorni e vincitore di numerosi premi internazionali.
Nel 2009, il suo secondo lungometraggio “Navidad” viene presentato in anteprima al Festival di Cannes, mentre nel 2011 porta al Festival di Locarno “L’ Anno della Tigre”, film ambientato nel periodo successivo al terremoto del 2010 in Cile.

La Sagrada Familia” è la storia dei festeggiamenti di Pasqua nella casa sulla spiaggia di una famiglia cilena. Un padre carismatico e di successo, una madre poco equilibrata e un figlio sovrastato dai successi del padre, aspettano la prima fidanzata ufficiale del figlio, una giovane e affascinante ribelle che invaderà la casa con la sua carica erotica ed emotiva.

 

 

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