Uno dei registi italiani piu’ sottovalutati: Daniele Luchetti

Questa sera l’uscita degli Amicinema avrà come protagonista “Anni felici” l’ultimo film di Daniele Luchetti e allora senza dubbi i nostri riflettori oggi sono puntati su di lui e sulla sua storia.

 

Daniele Luchetti nasce a Roma il 25 luglio 1960, figlio di un ottimo scrittore e nipote di un noto pittore, inizia a studiare Lettere e Storia dell’Arte e a frequentare la scuola di cinema Gaumont (fondata da Renzo Rossellini figlio di Roberto).

Della sua gioventu’ Luchetti ricorda:
Vengo da una famiglia di artisti non risolti: mio nonno faceva il cartellonista per vivere, mio padre insegnava all’ Accademia di Belle Arti, ma era vicino al movimento concettuale… lui mi avrebbe voluto restauratore, non cineasta, io ero convinto di voler fare cinema, sicuro di potercela fare, e così ho iniziato con la scuola Gaumont

 

Le sue prime esperienze nel cinema sono come assistente alla regia in molte produzioni minori, straniere o per la televisione.
Soprattutto durante la scuola di regia conosce Nanni Moretti, e diventa suo assistente nel film “Bianca”, (in cui fa anche una piccola parte). quindi aiuto regista in “La messa è finita”.

 

Lo stesso Moretti produce nel 1988 il suo primo film “Domani accadrà“, col quale Luchetti vince il David di Donatello per il miglior film esordiente e partecipa fuori concorso al Festival di Cannes dove riceve una menzione Caméra d’or.
Il film racconta le vicende di due butteri (Paolo Hendel e Giovanni Guidelli) in fuga della Maremma, che durante il loro girovagare finiranno per incontrare numerosi personaggi che cambieranno il loro modo di vedere il mondo (nel film c’e’ anche un cameo di Nanni Moretti stesso).

Tornerà attore, sempre per Nanni Moretti, in “Palombella rossa” (1989), mentre l’anno dirige nuovamente Margherita Buy in “La settimana della Sfinge“.

 

Nel 1991 firma il suo più grande successo: “Il portaborse“.
Pellicola che raccoglie sul set Silvio Orlando, l’amico Nanni, Angela Finocchiaro, Giulio Brogi , Ivano Marescotti, Renato Carpentieri e Giulio Base, e che narra le corruzioni politiche dell’Italia fine anni Ottanta in un certo senso anticipando, pur in un opera di pura fantasia, i processi di Mani Pulite.
La pellicola viene accolta bene in Italia (dove Luchetti vince il David per la migliore sceneggiatura e il Ciak d’oro oltre ad essere in concorso a Cannes) e viene addirittura osannata in Francia.

 


 

Nel 1992 cura la regia teatrale dello spettacolo “Sottobanco”, tratto dai racconti dello scrittore e professore di liceo Domenico Starnone, interpretato, fra gli altri, da Silvio Orlando e Angela Finocchiaro.
Dopo una pellicola interlocutoria come “Arriva la bufera” (1993 con Diego Abatantuono e sempre la sua musa Margherita Buy), Luchetti riadatta i racconti di Starnone per il grande schermo traendoci due anni dopo il divertentissimo film “La Scuola“.

Silvio Orlando, Anna Galiena, Fabrizio Bentivoglio sono alcuni dei professori di un malandato istituto tecnico della periferia romana. La pellicola racconta, con toni surreali e ironici, l’ultimo giorno di scuola e gli scrutini che si terranno nella palestra dell’istituto.
Il film vince il David di Donatello come miglior film ed e’ un grande successo anche al box-office.

 


 

Negli anni successivi escono due film di poco clamore: “I piccoli maestri” (1998 con Stefano Accorsi e Giorgio Pasotti) ambientato tra i partigiani sull’altopiano di Asiago e la commedia romantica “Dillo con parole mie” (2003).

 

Il successo ritorna a sorridere al regista romano con una pellicola che racconta la storia di due fratelli e del loro rapporto attraverso gli estremismi ideologici e politici degli anni ’60 e ’70.
Siamo nel 2007 e “Mio fratello è figlio unico” ottiene subito un lusinghiero apprezzamento tra la critica e il pubblico
Elio Germano e Riccardo Scamarcio sono gli interpreti principali e regalano al film una delle loro migliori interpretazioni.

Su questo film Luchetti ha detto:
C’era negli anni ’60 un’energia talvolta confusa, una vitalità un po’ sballata, una litigiosità ed anche una fisicità che mi hanno conquistato. Così ho raccontato quegli anni con affetto, con nostalgia e anche con invidia per la capacità dei giovani di farsi coinvolgere nelle cose, per quella voglia di misurarsi con la realtà che noi abbiamo perso

 

Al Festival di Cannes del 2010 l’unico film italiano accettato in concorso ufficiale è proprio quello di Luchetti, una pellicola che racconta la vita di Claudio un operaio che lavora in uno dei tanti cantieri della periferia romana che vede la propria esistenza sconvolta dalla morte improvvisa della moglie Elena.
La nostra vita“, con alcuni momenti molto belli, non convince pienamente, ma al contrario l’interpretazione di Elio Germano conquista la giuria vincendo il premio come migliore attore protagonista, 23 anni dopo Marcello Mastroianni.

 


 

Luchetti oltre ai film ha una carriera di spot pubblicitari molto famosi: chi non si ricorda Stefano Accorsi in “Du gust is megl che one” ? Oppure gli spot TIM con Christian De Sica ?

 

E con questo siamo arrivati ai giorni nostri e agli “Anni felici” che potremo vedere questa sera (l’evento per iscrivervi lo trovate qua) e sul quale per ora non spediamo commenti per non influenzare la visione degli Amicinema !!!

 

Questa voce e' stata pubblicata in Di tutto un po'.

Lascia un Commento