Visioni al femminile: Margarethe Von Trotta

Margarethe von Trotta nasce nel 1942 a Berlino, dove studia materie umanistiche prima di frequentare corsi di recitazione. Negli anni Sessanta si trasferisce a Parigi, dove collabora alla sceneggiatura di alcuni film e co-dirige cortometraggi. Inizia poi la sua carriera di attrice, recitando in film di R.W. Fassbinder e Volker Schlondorff.  Nel 1971, la von Trotta divorzia dal suo primo marito, Juergen Moeller (con il quale ha avuto un figlio) e sposa Schlöndorff.

In seguito contribuisce alla stesura della sceneggiatura di molti dei film del marito regista, e nel 1975 i due firmano insieme la regia de Il caso Katharina Blum, tratto dall’omonimo romanzo di Heinrich Boll.

Nel 1977, la von Trotta dirige il suo primo film da sola, Il secondo risveglio di Christa Klages, che racconta la drammatica storia di una donna che compie una rapina in banca per finanziare un asilo-nido, e che già presenta i caratteri del suo cinema: il forte rilievo dei personaggi femminili, e i rapporti tra loro, e la critica alla società tedesca presente e passata

Con i film successivi  - Anni di piombo, del 1981, e Lucida follia, del 1983 – si afferma definitivamente come la più nota e promettente regista del Nuovo Cinema tedesco: affronta i temi del terrorismo e della crisi sociale, oltre che i drammi personali, caratterizzandosi per uno stile freddo e distaccato che fa emergere la bravura degli attori, e una forte azione drammatica. Al centro, sempre due donne, legate tra loro da rapporti di sorellanza.

Con Rosa L., del 1985, e Paura e amore, del 1988 (liberamente ispirato a Tre sorelle di A. Cechov), sposta più l’attenzione sulla coscienza civile, culturale e politica delle donne, sempre le protagoniste assolute delle sue pellicole. In La promessa (1995) problemi e crisi d’identità personali hanno per sfondo la Germania dopo l’unificazione. In Rosenstrasse, (2003), ambientato nella Berlino del 1943 (il titolo è il nome di una strada dove centinaia di donne manifestarono protestando contro la deportazione dei loro mariti, riuscendo a farli liberare) dirige una strepitosa Katja Riemann premiata alla Mostra del Cinema di Venezia con la Coppa Volpi.
Rosa L. - che abbiamo scelto come film da proporre nella nostra rassegna - racconta la vita, le lotte e la tragica morte di Rosa Luxemburg, che è stata uno dei protagonisti della sinistra europea del primo Novecento e una delle più nobili figure politiche femminili della storia contemporanea.

Nata nel 1871 in Polonia, socialista, antepone la lotta contro il capitalismo a quella per l’indipendenza del suo paese, e nega uno dei principi del leninismo, il diritto di autodeterminazione delle nazioni in nome di un’ideale superiore, la fratellanza dei popoli liberati dal capitalismo. Diventa cittadina tedesca e si iscrive al SPD , dove si oppone al revisionismo riformista in difesa del marxismo ortodosso, e si distingue per la sua fede nelle masse più che nella forza del partito-guida, e per le sue posizioni pacifiste.  Con i compagni Karl Liebnecht e Leo Jogiches fonda il partito rivoluzionario Lega Spartachista, partecipa alla rivoluzione tedesca del 1918, e contribuisce a fondare il Partito Comunista tedesco. Nel 1919 viene assassinata per ordine del governo socialdemocratico

La Von Trotta riesce in due ore a raccontare 48 anni di vita, sullo sfondo di un periodo storico che va dal terzo congresso dell’Internazionale socialista del 1893 alla fallita insurrezione spartachista del gennaio 1919, quando appunto Rosa troverà la morte.

 

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