Educazione siberiana

Ecco il consueto spazio per i commenti, dedicato questa settimana al nuovo film di Gabriele Salvatores, protagonista dell’uscita Amicinema del mercoledì.

 

Trama

La formazione umana e criminale del giovane Kolima, cresciuto dal nonno nel rispetto delle rigide regole che governano la vita in Transnistria, nella Moldavia Orientale. Seguendo principi rigidamente codificati, Kolima apprenderà l’importanza dei tatuaggi, del rispetto nei confronti dei deboli e del disprezzo di alcune categorie sociali, mentre intreccerà un forte legame con una ragazza disturbata e lui e l’amico Gagarin prenderanno crescendo strade diverse.

Dati tecnici

 

Regia : Gabriele Salvatores.

Con John Malkovich, Arnas FedaraviciusVilius TumalaviciusEleanor TomlinsonJonas TrukanasVitalji Porsnev.

Durata : 110 minuti

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  1. claudio lupi scrive:

    Personalmente il film mi è piaciuto abbastanza nonostante vi fosse un tema ricorrente (difficile trovare qualcosa mai proposto oggi) e cioè quello di Caino e Abele nati dallo stesso Dio ma con sensibilità e sorti diverse.
    Per il resto preferisco parlare di musica, poiché, come spesso detto, non è affatto secondaria alla pellicola ma da o toglie valore emozionale alle sequenze stesse anche se non è propriamente il caso di “Educazione Siberiana” dove di musica ce n’è ben poca e inconsistente.
    La scena iniziale, quella dell’inseguimento, è un’overture che non lascia nel dubbio; povera di armonia e melodia, assordante, un po’ “Islam” con due soli spostamenti. Povera come il popolo e i personaggi che animeranno il film da lì a poco e personalmente penso troppo povera.
    Tra le tante scene è degna di nota la rissa iniziata da Gagarin e Avvoltoio dove parte una musica che incalza sempre più con andamenti orientaleggianti, direi quasi una musica moderna egiziana, cosa assai curiosa.
    Altra scena interessante dal punto di vista musicale è quella della giostra; poco prima di salire l’amico di Kolyma dice “Musica occidentale”, di fatto durante il giro è perfettamente equilibrata l’emozione di libertà che giunge dallo schermo, una libertà confermata da una musica 4/4, una delle tipiche canzoni anni 80/85 e l’emancipazione della loro sacca di emarginazione. Addirittura aprono le braccia e fanno il gesto di volare, molto simile all’immagine delle colombe lanciate in aria dal nonno Kuzya dove invece la musica è assente ma solo fino a quando anche Xenja vuole volare anch’essa lontano; qui parte una musica con armonia abbastanza immobile caratterizzata dalla discesa e salita di 3 note … una melodia anonima ma molto furba per commuovere.
    Belli gli innesti di Chopin suonati da Xenja al piano (bhe… è Chopin).
    Generalmente un film dove la musica non ha avuto un ruolo determinante nè migliorativo nè peggiorativo.
    Un film che arriva alla scena finale, quella dell’uccisione di Gagarin, quasi indolore … troppo indolore, incolore come la Siberia ma a parer mio troppo poco per un Salvatores.

  2. Elena Costa scrive:

    Per me un bellissimo film, grande regia, atmosfere, fotografia, musica fantastiche. Gli attori sono bravissimi, sia l’indiscusso Malkovich che i giovani attori novelli, e poi fantastica l’espressività visiva degli attori bambini che ho ancora negli occhi, stupendi.
    Della trama non ci si può stupire perchè si sa che tratta temi cruenti e un mondo molto distante dal nostro, io ho letto in parte il libro e posso dire che il film è reso magnificamente.
    Sostanzialmente è una storia di amicizia e di una comunità di ‘Criminali Onesti’ che vivono in un ghetto siberiano. Molto belli sono i sentimenti umani, fra i più vari e disparati, che emergono dal film. Tutto ciò che può apparire violento va letto in quel contesto e non nella nostra morale civiltà (!) fra un passato, un presente, ben dosati, un ritmo incalzante e frasi …splendide che si tatuano nell’anima, anche commuovendola, per stare nel tema.
    ASSOLUTAMENTE DA VEDERE.

  3. Pietro Diomede scrive:

    Dopo un film fortemente milanese come Happy Family, Gabriele Salvatores allarga decisamente i suoi orizzonti realizzando il suo totalmente in inglese, con cast tecnico e di attori internazionali seguendo il percorso intrapreso (con successo) anche da Castellitto e Tornatore quest’anno.
    Come i suoi ultimi film anche questo è la trasposizione cinematografica di un grande successo letterario in Italia….l’ormai cult Educazione Siberiana la pseudo biografia dell’autore Nicolai Lilin che ha avuto un padrino d’eccezione come Roberto Saviano.
    Educazione Siberiana vede protagonista il cecchino russo Kolima che durante una missione ripercorre 10 anni di ricordi all’interno della comunità dei “criminali onesti” del clan dei siberiani….periodo dove viene formato al rigido codice d’onore impartito dal “Cattivo maestro” nonno Kuzja.
    Bisogna premettere che l’Educazione Siberiana film ha come base di partenza l’Educazione Siberiana libro per poi tradirlo vivendo un’opera a se stante.
    Dell’opera letteraria mantiene la trasposizione dell’etica delle regole ferree grazie all’interpretazione di un John Malkovich che si cala nel personaggio di nonno Kuzja con una incredibile immedesimazione, lo schema narrativo con i suoi continui sbalzi temporali e soprattutto il romanzo di formazione dell’infanzia del protagonista che è anche il momento più intenso del film chiara dimostrazione che Salvatores è a suo agio a dirigere quella fascia d’età.
    Gli sceneggiatori Rulli e Petraglia decidono di elevare a co-protagonsta il migliore amico di Kolima,Gagarin focalizzando la storia sul parallelismo e l’antagonismo dei due ragazzi…..tra chi è ligio alle tradizioni che lo hanno formato e chi vuole andare al passo coi tempi…..una sorta di metafora dell’ex unione sovietica dopo la caduta del muro di Berlino.
    Antagonismo che si trasforma in una di menage a trois con Xenia una bella ragazza “Voluta da Dio” (così vengono chiamati dalla comunità i ritardati mentali).
    Onestamente ho trovato questa forzatura il vero anello debole del film, gli sceneggiatori pescano nel loro passato per rappresentare questa situazione…..più volte ho avuto la sensazione di rivedere il rapporto a tre de La meglio gioventù Lo Cascio, Boni e la problematica Jasmine Trinca con tanto di suonata al pianoforte nella notte.
    Per fortuna alla regia c’è un premio Oscar come Salvatores che mette in campo il suo genio e diverse sono le scene che rimangono impresse dalla fotografia della banda da bambini (chiaro omaggio a C’era una volta in America), al racconto del lupo e il suo branco con John Malkovich un tutt’uno con il capo branco, la scena della giostra con la musica occidentale di David Bowie (mi ha ricordato molto Truffaut), la pulizia del tavolo sporcato dai soldi (momento di rottura tra il vecchio e il nuovo) fino all’intenso finale dove il protagonista dimostra come gli insegnamenti del nonno, quell’educazione siberiana che da il titolo alla storia siano stati percepiti, metabolizzati, fissati nella memoria e tatuati sulla pelle.
    Educazione Siberiana è un film che alterna momenti buoni (tanti) ad altri meno riusciti ma che comunque rappresenta un cammino evolutivo del nostro cinema verso storie ad ampio raggio.
    Voto 6,5

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