The Master

Questo e’ lo spazio dedicato a tutti i commenti, critiche e spunti di discussione che vorrete lasciare sul film “The Master”.

 

Dati Tecnici
Regia: Paul Thomas Anderson
Con: Joaquin Phoenix, Philip Seymour Hoffman, Amy Adams e Laura Dern.
Durata: 150 min

Trama del film
“Di ritorno dalla Seconda Guerra Mondiale, dopo aver assistito a tanti orrori, Lancaster Dodd, un intellettuale carismatico, crea un’organizzazione basata sulla fede, nel tentativo di dare un senso alla sua vita. Egli diventa perciò noto come “The Master”. Il suo braccio destro, Freddie, un ex vagabondo solitario, prima s’innamora di Mary Sue, la figlia di Lancaster, ed in seguito comincia a mettere in discussione sia il sistema di credenze sia il Maestro stesso, mentre l’organizzazione continua a crescere e a guadagnare un seguito sempre più numeroso di devoti fedeli.

 

Trailer
http://www.youtube.com/watch?v=xr8b9PNt9Bk

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  1. Pietro Diomede scrive:

    Dopo il Leone d’argento per la regia e la doppia coppa Volpi per gli attori che ne ha decretato il vincitore morale dell’ultimo festival di Venezia The master esce in Italia anche forte delle tre nominations per i tre interpreti.
    Con The Master Paul Thomas Anderson prosegue ad inserire tasselli per descrivere l’altra faccia o la propria versione dell’America.
    La sua America anni ’50, figlia della rinascita dettata dalla seconda guerra mondiale, è una terra irrequieta che cerca di reinserire i propri eroi stressati e segnati dalla violenza di una guerra vissuta in terra lontana.
    Tra questi c’è Freddie Quell marinaio di ritorno dal Giappone, un uomo che manifesta la propria fragilità caratteriale con un comportamento quasi primordiale rifugiandosi nell’alcool e vivendo in maniera ossessiva il sesso a causa di una delusione amorosa.
    Nella sua ricerca di un ruolo all’interno della società americana, passando da fotografo di centri commerciali a raccoglitore di cavoli, si imbatte nella comunità pseudo religiosa di Lancaster Dodd.
    Il maestro che da il titolo al film decide che ripulire e reinserire Freddie sia la sua missione e Freddie lo segue in tutto il suo istinto animalesco.
    Fugando ogni dubbio l’obiettivo di Anderson non è Scientology, ma quel sistema molto radicato in America fatto di pastori e reverendi che spuntano come funghi facendo nascere movimenti e idee religiose capaci di guarire leucemie mediante ipnotici salti temporali.
    Il film si sviluppa e si concentra tutto nell’ambiguo rapporto a due (pastore e pecorella smarrita, padre e figlio, padrone e cane) anche grazie all’apporto di due monumentali attori come Joaquin Phoenix e Philip Seymour Hoffman che anche grazie la loro fisicità rappresentano le due realtà sociali.
    Da una parte abbiamo un Joaquin Phoenix rachitico, piegato quasi su stesso e una faccia lesionata dagli orrori del tempo dall’altra un opulento Philip Seymour Hoffman che raffigura la grandezza e la sicurezza di questo predicatore.
    Negli incontri e scontri tra i due c’è tutta la forza del film come si può notare nella scena della prima seduta terapeutica, nel confronto in cella dopo l’arresto o nell’opera di redenzione fatta di passeggiate cieche in un salotto.
    Tra di loro si inserisce benissimo Amy Adams la moglie del master, l’unica che crede nei principi e nei valori della Causa ed è capace di tutto pur di difenderli da vedere l’intensità della masturbazione in bagno per credere.
    Il punto debole del film però è la mancanza di una certa linearità narrativa, il film regge e vive sui sussulti attoriali dei propri interpreti…..per fare un raffronto di natura calcistica The master è paragonabile a quelle squadre composte da numerosi fuoriclasse che riescono a vincere nonostante non giochino bene.
    Per cui The Master risulta una serie di belle immagini quasi scollate fra di loro lasciando un po’ di amaro in bocca…..un po’ lo stesso senso di delusione che ha il protagonista nell’ultimo incontro con il suo mentore.
    Voto 6+

  2. Elena Costa scrive:

    Un film colossale e molto impegnativo con due meravigliosi attori bravissimi ed ex equo per me.
    Il tema molto discusso in questi giorni sull’influenza di un leader carismatico che crea una setta ” La Causa “, negli anni 40 americani (si pensi a Dianetics e Scientology) avvalendosi di discutibili, ma anche interessanti metodi psicologici (ipnosi, rebirth?), è solo il plot principale, al quale vanno ad aggiungersi molte altre tematiche da cineforum.
    Freddie, un impagabile Joaquin Phoenix, è segnato dalla guerra, reduce senza speranza, alcolista e violento e preso sotto l’ala speciale di Lancaster, Philip S.Hoffman. Diventa suo braccio destro e addicted devoto, ma poi piano piano incomincia a metterlo in discussione (oppure, volendo vedere…a guarire..). Arricchendo il film man mano che procede, si capisce però che il vero messaggio è, e resta sempre, il bisogno di noi esseri umani di considerazione, apprezzamento e amore, al punto che un essere indifeso solo, pur di contare qualcosa per qualcuno, cade in queste ideologie azzardate.
    Va anche sottolineata UNA FOTOGRAFIA BELLISSIMA e i COSTUMI degli anni 40-50 per me molto belli e curati. Ci sono molte belle scene importanti di cui parlare, ma essendo appena uscito non voglio togliere il gusto della visione.
    E’ decisamente un colossal americano con molto sapore freudiano.
    DA VEDERE.

  3. Stefano Chiesa scrive:

    In mezzo ai peana della critica internazionale e delle probabili candidature all’oscar per gli attori (dopo la vittoria a Venezia), io vado controcorrente sul giudizio sull’ultima fatica di Paul Thomas Anderson.
    Il film personalmente non miè piaciuto molto e l’ho trovato sia noiosetto che poco riuscito.
    Il difetto per me è tutto nella sceneggiatura che da un lato tratteggia dei personaggi poco riusciti (quello di Hoffman ad esempio non ha la necessaria ambiguità e carisma che il ruolo richiederebbe) e dall’altro vorrebbe raccontare le ossessioni e le paranoie sul controllo dell’America appena uscita dal periodo di guerra senza avere la giusta profondità o comunque ben veicolare il proprio messaggio con scene o dialoghi ben centrati e non confusi o velleitari come mi sono sembrati quelli di “The master”.

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