Gli Amicinema alla scoperta del MIFF

Anche quest’anno si è svolto a Milano il MIFF (Milan International Film Festival), un evento internazionale che dal 2000 mira a promuovere e divulgare il cinema indipendente di qualità, richiamando l’attenzione del pubblico alla produzione cinematografica nelle sue diverse forme: il lungometraggio, il cortometraggio e il documentario.

Con un lungo e mirato processo di selezione che coinvolge sia i membri dell’accademia milanese MMIFS (Made in Milan International Film Society) sia il pubblico in sala, dapprima vengono scelte le candidature che arriveranno alla fase finale ed infine vengono premiati il miglior film e i  film vincenti nelle seguenti categorie: Miglior Regia, Miglior Recitazione Maschile e Femminile, Miglior Montaggio, Miglior Sceneggiatura e Miglior Fotografia.

 

Tutta milanese la scelta del premio consegnato ai vincitori, il Cavallo di Leonardo, che consiste in una miniatura della statua di un cavallo disegnata da Leonardo Da Vinci, realizzata alla fine degli anni ’90 e posizionata a Milano all’ingresso dell’ippodromo di san Siro.

Il MIFF inoltre rivolge la propria attenzione alla produzione televisiva, attraverso il MIFF TV AWARDS, premiando le figure che hanno contribuito in maniera rilevante alle produzioni della televisione italiana e al fashion design attraverso il MIFF STYLE che ha lo scopo di promuovere la creatività di stilisti giovani e meno giovani, italiani e internazionali.

 

Come Amicinema abbiamo partecipato con vivo interesse alla rassegna perché ritroviamo in questo Festival alcune tematiche che ci stanno particolarmente a cuore e che vogliamo contribuire a valorizzare e divulgare.

Innanzitutto le pellicole proposte ci hanno consentito di godere di creazioni cinematografiche di qualità.

Che si tratti di un lungometraggio impegnato, di un “corto” di animazione o di un documentario naturalistico, crediamo che la priorità sia sempre quella di realizzare qualcosa che ci faccia pensare, che ci emozioni, che ci faccia sorridere con intelligenza.

 

In secondo luogo, allontanandoci dalle produzione dei grandi studi cinematografici statunitensi, come Twenty Century Fox, Paramount Picture, Universal Pictures, e focalizzando l’attenzione sul cinema indipendente, il MIFF da un lato consente a moltissimi filmmakers e produttori cinematografici di aumentare la loro visibilità facendosi conoscere dal grande pubblico e dall’altro offre a spettatori desiderosi di “buon cinema” di godersi proiezioni intelligenti, originali e talvolta decisamente innovatrici.

A rafforzare questo aspetto, risulta decisamente efficace l’incontro diretto con registi e produttori che si presentano agli spettatori per raccontare l’idea che ha dato origine alle loro creazioni e si rendono disponibili a rispondere alle curiosità di un pubblico che ha voglia di conoscere e di interagire con questa macchina cinematografica che troppo spesso appare lontana dai reali fruitori poiché troppo legata a dominanti dinamiche commerciali.

 

La premiazione dei MIFF Awards si e’ tenuta il 15 maggio al trentunesimo piano del Grattacielo Pirelli a Milano.
La serata, condotta dal bravo Thomas Incerti, ha visto salire sul palco molti dei vincitori dei premi della sezione cinema e della sezione televisione, emozionati e contenti per il premio ottenuto ed applauditi dai numerosi invitati.
Andrea Galante, il fondatore del festival, e’ intervenuto all’inizio e alla fine della serata per illustrare con passione gli obiettivi e i risultati ottenuti dal MIFF.
Amicinema era tra gli invitati della serata per curiosare tra i prestigiosi personaggi e per scattare qualche foto come testimonianza (le potete trovare qui sotto).

 

 

L’elenco dettagliato dei premi lo potete trovare invece a questo indirizzo:http://www.miff.it/eventispecialifuoriconcorso.php?lang=2.

 

Il miglior film della manifestazione e’ risultato “Big Boys Gone Bananas!” di Fredrik Gertten.

E’ un documentario che racconta la lunga battaglia legale del regista Fredrik Gertten contro la Dole Food Company dopo l’uscita di “Bananas” (un documentario sulla causa dei lavoratori contro l’abuso di utilizzo dei pesticidi della stessa Dole). Il classico “Davide contro Golia” rapportato ai giorni nostri, dove al posto di Golia c’è una potente multinazionale che armata di denaro si presenta come un colosso invincibile.
Il tema, delicato e molto attuale è ben trattato nel documentario che non fa mancare allo spettatore colpi di scena, situazioni difficili e momenti di gloria.
Interessante questa scelta poiché per la prima volta nella storia del MIFF, un documentario viene premiato come miglior film, sorpassando tutti gli altri lungometraggi in concorso.

 

Fra gli altri lungometraggi in concorso meritano una menzione:

L’appartamento di Atene” che vede al centro della narrazione l’appartamento della famiglia Helianos, una coppia di mezza età con due figli, che viene requisito per ospitare un ufficiale nazista. Il film è un po’ lento nella prima parte e più avvincente nella seconda risulta decisamente valorizzato dalla buona la recitazione di tutto il cast con particolare riguardo al bambino, che è ha meritato il premio di miglior attore non protagonista. 

In “Young Europe”, film del regista Matteo Vicino, vengono raccontate le storie di 5 ragazzi europei Josephine, Julian, Federico, Annalisa e Angelo, le loro scelte e le conseguenze anche tragiche che ne derivano. Il tema centrale, forte e inusuale, è quello della sicurezza stradale che viene affrontato con incertezza e una certa confusione. La musica che invade con preponderanza le scene e le riprese da videoclip contribuiscono disorientano e creano dubbi sulla volontà del regista di lanciare un messaggio sociale o raccontare storie personali dei 5 adolescenti 

Rose, protagonista di City of Dreamers è un’aspirante musicista che si trasferisce nella città di Brighton insieme alla sua chitarra e alle sue speranze in cerca di una nuova vita. Qui Rose farà nuovi incontri e vivrà avventure inaspettate che riescono a coinvolgere lo spettatore grazie alla simpatica caratterizzazione dei personaggi e a diologhi spesso divertenti.
Ellen Cosgrove e’ brava (premio come miglior attrice), tutto il cast la segue molto bene e la colonna sonora è strepitosa mentre la sceneggiatura e la stessa storia risultano povere di sostanza, lasciando il film poco soddisfacente.
Irvine Welsh’s Ecstasy tratto da un opera (“Ecstasy”) dello scrittore Irvine Welsh (autore di “Trainspotting”) è un film che racconta le avventure di un giovane originario di Leith sobborgo di Edinburgo, intrappolato nel tunnel della droga tra debiti con uno spacciatore locale e una storia d’amore che forse alla fine lo salverà.
La storia d’amore è proprio la parte più debole di questa pellicola che però piace per la allucinata regia di Rob Heydon veloce, rapida e in tema con le sensazioni del protagonista e la buona recitazione di Adam Sinclair, Kristin Kreuk e Billy Boyd.
 
Appuntamento all’edizione 2013 del MIFF, segnatevi gia’ questo impegno sulla vostra agenda cinematografica !!!

 

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