Furore allo Spazio Oberdan per il 63° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani

Diamo il giusto spazio a questa meritoria proiezione organizzata dallo Spazio Oberdan:

In occasione del 63° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, Amnesty International (Gruppo 094 di Milano) e Fondazione Cineteca Italiana organizzano la proiezione del capolavoro di John Ford “Furore“.
Furore è letteratura, è economia, è storia, è denuncia sociale. La visione di questo film offre un’occasione per riflettere sui nostri tempi ancora troppo spesso caratterizzati da migrazioni e da condizioni di lavoro inumane.
La promozione dei diritti umani dovrebbe essere una risposta alla crisi economica e finanziaria, tutelando i gruppi più vulnerabili. La posizione di preminenza di tali diritti all’interno di ogni legislazione, oltre che da svariate dichiarazioni, è garantita dalla ‘Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo’ 1948.

Ingresso libero con cinetessera sabato 10 dicembre alle ore 17.00.


Furore
e’ uno dei capolavori di John Ford, interpretato nel 1940 da Henry Fonda, Jane Darwell e John Carradine.

Il film (119 minuti in bianco e nero) vinse l’oscar come miglior regia, miglior attore protagonista e miglior attrice non protagonista).
Dal personaggio principale del film (Tom Joad/Henry Fonda) 55 anni dopo si ispiro’ Bruce Springsteen per il suo intenso disco “The Ghost of Tom Joad”.

Ecco di seguito un momento del film e il trailer originale in inglese:

 


Questa voce e' stata pubblicata in Suggerimenti.
  1. Cristina Ruggieri scrive:

    Furore è un romanzo splendido. Scritto nel 1939 dà voce a tutti i diseredati della storia, ai migranti, a chi cerca con la forza della speranza e del lavoro di sopravvivere alle avversità umane. E’ il più potente atto di accusa verso il capitale che io abbia mai letto. E lo sa bene il movimento di “Occupy Wall Street” che non a caso ha scelto il protagonista di Furore “Tom Joad” , attraverso la canzone di Springsteen, come rappresentante delle sue istanze.
    Peccato che il brano del libro cui Springsteen si è ispirato per scrivere “The ghost of Tom Joad” manca nella traduzione italiana del libro. Peccato che noi italiani in realtà Furore non possiamo leggerlo. Perchè la traduzione italiana del romanzo è una sola, vergognosamente edita da Bompiani, e ampiamente censurata nelle sue parti di critica all’economia capitalistica. Una censura operata nel 1940 cui Bompiani ci costringe ancora oggi.
    Non resta che John Ford allora per ridare a Furore tutta la sua forza rivoluzionaria di denuncia sociale e di speranza.

Lascia un Commento